Reggio, Canale striglia la classe politica: ‘La festa è finita’
E sulle prossime comunali: "Manca una guida autorevole e i personaggi che si agitano sulla scena appaiono delle figure di mezzo"
19 Settembre 2024 - 10:49 | di Redazione
“Diciamocelo, noi reggini assegniamo da sempre alla festa di settembre un valore altamente simbolico e una funzione salvifica: in questi giorni ogni questione pubblica precedentemente dibattuta va in pausa per essere ripresa alla fine dei festeggiamenti”.
Sono le parole scritte dall’avvocato Massimo Canale in un lungo post si Facebook. L’esponente dem, all’indomani della fine dei festeggiamenti in onore della Madonna della Consolazione, ha dato voce ad una critica bipartisan riguardante la classe dirigente reggina.
“Mi piace pensare che ciò sia segno di devozione e rispetto nei confronti della Madonna della Consolazione in nome della quale opposte fazioni seguono rispettosamente il quadro in processione e ascoltano il discorso del Sindaco in Cattedrale.
D’altra parte, molte delle tradizioni civili e religiose in questa settimana si mischiano l’una a l’altra in un frullato tra sacro e profano in cui coesistono la spiritualità della fede e la truculenta tradizione di eccedere in grassi a ogni angolo di strada.
Anche sul piano amministrativo legalità e illegalità da sempre stipulano un patto temporaneo di non belligeranza e si concedono autorizzazioni a grigliare salsiccia finanche a parrucchieri e cartolerie, cosicché di questo passo presto sarà consentito anche ai nostri studi legali con una semplice richiesta in carta semplice.
Insomma, un pausa sabbatica dai problemi e dalle discussioni politiche all’insegna dell’unico evento capace di riunire la nostra comunità facendola sembrare, una sola volta all’anno si badi bene, tale.
Da domani ri-prenderà il sopravvento la polemica e questa comunità fino a ieri sera unita sotto il quadro della Madonna apparirà slegata, disunita e spesso conflittuale.
Sul piano politico, fazioni opposte torneranno a fare ciò che fanno solitamente: dividersi. E confrontarsi duramente.
Per un verso l’opposizione: rinfrancata dall’eco delle indagini della magistratura reggina sul conto di noti esponenti del csx, intravede la possibilità concreta di una spallata in grado di riportarla dopo più di un decennio al governo della più grande Città calabrese, dall’altro lato, l’attuale maggioranza tornerà a glissare sui propri problemi, sminuendoli, sperando di sfruttare l’onda lunga dello scialo che fino a ieri sera ha “concesso” a noi reggini, ancora obnubilati dal fumo delle griglie di salsiccia e patate.
Così il ponte sul Calopinace, grazie a Fedez, si sarà finalmente allungato abbastanza per raggiungere l’altra sponda e le scuole a rischio avranno finalmente raggiunto la tanto auspicata stabilità strutturale per intercessione di Paolo Belli.
La realtà, invece, appare molto più seria.
E impone capacità politica e autorevolezza.
Le elezioni comunali sono dopodomani e il centro destra a oggi non è in grado di proporsi come alternativa credibile: manca una guida autorevole e i personaggi che si agitano sulla scena appaiono, più che altro, delle figure di mezzo in attesa che le decisioni che contano possano essere prese altrove, non a Reggio.
Dal canto suo, il centro sinistra, non ha una proposta per il dopo Falcomatà che, dopo due mandati, non sarà ricandidabile. Questa condizione, probabilmente comoda per qualcuno, non è per niente confortevole per chiunque abbia voglia di guardare un pochino più in là del proprio naso e abbia in cima ai propri pensieri le sorti della Città più che la propria sopravvivenza politica, visto, peraltro, il rischio concreto di riconsegnarla a fratelli, cugini e affini di quelli che non più tardi di dieci anni fa l’hanno ridotta sul lastrico e oggi, spudoratamente, rivendicano quel periodo così drammatico alla stregua di un successo senza eguali.
Urge quindi un cambio di passo da parte di entrambi gli schieramenti, non senza considerare il valore aggiunto rappresentato dalle iniziative politiche che si stanno costruendo intorno a gruppi civici e associazioni apparentemente lontani dai partiti tradizionali: si intercettino le energie positive e si smascherino eventuali travestimenti.
Sappiano, il centrodestra e il centrosinistra, uscire allo scoperto assumendo la responsabilità delle scelte future: ne saranno capaci? Ciò implica una buona dose di credibilità politica di cui fino a oggi non si è vista traccia, mentre i dirigenti politici dell’una e dell’altra sponda non hanno ancora capito che la festa è finita”.