Masterplan, Reggio cambia passo. Falcomatà: ‘Così costruiamo la città dei prossimi 20 anni’

Un percorso partecipato che vede la presenza dei cittadini. Gli attori istituzionali illustrano il "Masterplan della città ecosistemica" per Reggio

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“Fate uno sforzo di immaginazione”.

Giuseppe Falcomatà ha scelto di aprire così, ricordando le parole del padre Italo, le sue dichiarazioni a margine della conferenza stampa di presentare del progetto Masterplan. Un invito a guardare avanti, a provare a vedere la città prima che esista, a pensare Reggio non com’è oggi, ma come potrebbe diventare tra dieci, quindici, vent’anni.

“Lo disse – ha ricordato – quando sul Lungomare passava ancora il treno, quando immaginare un rapporto libero tra città e mare sembrava quasi un azzardo. E oggi quel richiamo diventa bussola per un nuovo percorso”.

Nel Salone dei Lampadari, la presentazione del Masterplan della città ecosistemica ha segnato un passaggio simbolico. Nessun annuncio roboante, ma un ragionamento sulla Reggio che verrà.

Una città dove lo spazio pubblico torna a essere vita e non transito, e dove la mobilità non è solo traffico ma diritto, inclusione, dignità.

Accanto al sindaco, l’assessore Paolo Malara, i tecnici comunali e Salvador Rueda – l’urbanista che ha trasformato Barcellona e che oggi accompagna Reggio in questa sfida, definito “quasi un cittadino onorario” di questa terra. Con loro, l’ingegnere Francis Cirianni per il Piano Generale Urbano del Traffico.

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Falcomatà lo ha detto chiaramente: questo percorso non appartiene a un’amministrazione, ma a una comunità.

“Una città non si realizza con una delibera. Si costruisce attraverso un percorso partecipato”.

Non è un adempimento formale, ma una scelta politica: coinvolgere associazioni, ordini professionali, scuole, università, comitati di quartiere, per costruire un metodo che continui anche domani, anche con altri governi cittadini.

“La città del futuro si costruisce insieme. Non è uno slogan”.

Immaginare e programmare

Falcomatà ha ricordato come la trasformazione del Lungomare sia nata da un’idea che sembrava lontana da realizzare. Oggi quella visione si allarga ai quartieri, ai percorsi pedonali, alla relazione con il mare, alla riduzione degli spazi dedicati alle auto, alla restituzione di strade e piazze ai cittadini.

“Ci vuole programmazione, visione, ostinazione. La stessa che ha permesso di cambiare il Lungomare. Ora dobbiamo farlo per tutta la città”.

Il Masterplan, ha spiegato, non è un disegno astratto. È uno strumento politico e tecnico che orienterà scelte e risorse per i prossimi 20 o 30 anni. Decisioni che avranno un impatto sulle future generazioni.

“Non sono solo politiche giovanili. Sono scelte che costruiranno la città dove i giovani vivranno, studieranno, lavoreranno”.

Una città che include tutti

Il sindaco ha condiviso l’idea di una città che non distingue tra centro e periferia, che garantisce gli stessi diritti a chi vive ovunque. Una città in cui camminare, muoversi, incontrarsi non è privilegio ma normalità.

E, soprattutto, una città in cui la politica non corre da sola ma si lascia accompagnare da chi la vive.

“Serve tempo, ma serve soprattutto consapevolezza. Questo non è un percorso nato nelle segrete stanze. Porta la firma di tutta la città”.

Il lavoro che continua

Nel corso dell’incontro, l’assessore Malara ha ribadito l’importanza di un approccio collettivo e multidisciplinare, basato sulla formazione della comunità e su laboratori permanenti di partecipazione.

“Stiamo costruendo un lavoro che unisce competenze diverse: quelle culturali, tecniche e di dialogo. Vogliamo realizzare un grande progetto di rigenerazione che non generi solo qualità della vita ma soprattutto lavoro: non solo per ciò che si fa, ma per come si fa”.

Malara ha spiegato che l’amministrazione non si limita alla redazione di Piani ma punta alla formazione ed al coinvolgimento della comunità. L’assessore ha anche sottolineato l’importanza di un apparato amministrativo preparato ed ha annunciato che domani (mercoledi 5) si terrà il primo appuntamento mensile dei laboratori di partecipazione all’Urban Center del Centro Direzionale.

Malara ha rimarcato più volte l’aspetto fondamentale della partecipazione come stimolo alla politica ed alla crescita collettiva:

“Non vogliamo una partecipazione per un giorno, ma un percorso permanente che sia guida e stimolo per la politica e per la futura amministrazione”.

Il ruolo dei giovani professionisti e la creazione di opportunità innovative in città è un altro degli aspetti fondamentali, secondo Malara, del Masterplan:

”Vogliamo che la crescita -ha dichiarato- sia anche il frutto della presenza dei giovani, dei nostri figli. Dobbiamo dargli il modo di lavorare, non solo il lavoro; un lavoro innovativo che possa farli restare, per essere protagonisti del futuro della città”.

“Non si cambia in un giorno – ha concluso- c’è bisogno di una politica positiva: solo così questa città può rinascere. È il momento di cambiare, tutti insieme – destra, sinistra, associazioni, ordini professionali; abbiamo la possibilità di farlo”.

La chiusura dei lavori ha registrato l’intervento dell’Ing. Francis Cirianni sul lavoro di redazione del PGUT (Piano Generale Urbano del Traffico).

Cirianni ha spiegato come questo sia uno strumento obbligatorio di cui l’amministrazione deve dotarsi (sarà approvato nel 2026). Il lavoro importante realizzato per il Masterplan fa da “matrice” per gli altri Piani che ne traggono linee guida ed indirizzi che verranno poi accuratamente tradotti in coerenza ai bisogni della città.

Se è vero, quindi, che il Masterplan traccia e descrive la visione a medio-lungo termine della città i Piani, come quello del Traffico, intervengono già prima come strumenti autonomi ma comunque correlati a quella visione.

Cirianni ha rimarcato l’importanza significativa di un momento come questo in cui, una favorevole congiuntura di attività amministrative, hanno portato la città ad adottare vari e fondamentali strumenti di sviluppo: PGTU, PAESC, PUMS, PSC, Piano Spiagge ed ora lo stesso Masterplan. Un lavoro sistemico e strategico che agisce a più livelli e consente uno sviluppo armonioso.

Da questo importante appuntamento (che troverà ulteriori sviluppi in un workshop pomeridiano e nell’incontro di domani con le Associazioni) ne esce la volontà precisa di realizzare una città vivibile, sostenibile, dei diritti, della partecipazione e della socialità; città dei servizi di prossimità e dell’accessibilità incondizionata per chiunque; città della mobilità intelligente e degli spazi recuperati: città che si riappropria del senso di comunità, del suo rapporto con la natura e crea nuove opportunità attrattive per restare o ritornare.

Nessuna città cambia in un giorno. Ma c’è un filo che oggi si è rinforzato: quello di una Reggio possibile.