#TalentiReggini - Antonino Monteleone: 'Reggio bella e difficile. Non bisogna avere paura'

di Pasquale Romano - "Amo fare il giornalista, cre

di Pasquale Romano – “Amo fare il giornalista, credo sia uno dei dieci mestieri più belli in assoluto. E pensare che credevo di fare il magistrato…”. E’ una dichiarazione d’amore in piena regola quella che Antonino Monteleone, giornalista reggino, esprime nei confronti di una professione affascinante ma allo stesso tempo maledettamente complicata.

“Forse ancora di più al Sud, tra minacce e difficoltà nell’accedere alla professione. Io stesso ancora aspetto il mio primo vero contratto, problema che affligge in particolar modo la generazione di noi trentenni. Ma -dichiara sicuro ai microfoni di City Now- ne vale ugualmente la pena, non ci sono dubbi…”

Correva l’anno 2005, nella tv locale Gs Channel Antonino Monteleone maturava le prime esperienze da giornalista, la politica passione abbracciata sin dal principio con vigore. “In contemporanea avevo aperto un blog che aggiornavo costantemente. Il ‘giocattolo’ mi è piaciuto da subito, e ho presto capito che non avrei più fatto il magistrato”.

Reggio Calabria inizia a diventare stretta per le qualità professionali di Monteleone, troppo evidenti per rimanere recintate in riva allo Stretto. “Se si vuole fare giornalismo a livelli importanti non ci sono alternative, si finisce obbligatoriamente a Roma o Milano”. La prima esperienza fuori dalla Calabria è con la ‘Casaleggio Associati’, erano i pròdromi di una rivoluzione poi esplosa con il Movimento 5 Stelle.

“Mi occupavo di piccoli servizi per conto di Beppe Grillo, con lui mi sono trovato egregiamente”. Per il guru Casaleggio, di recente scomparso, Monteleone ha parole d’affetto: “Era una persona mite ma profonda, parlare con lui era sempre un’esperienza importante. Aveva già una idea di base cosa sarebbe diventato il movimento negli anni successivi. La sua scomparsa mi ha davvero rattristato”.

Arriva il momento del grande salto. Il giornalista reggino approda nelle emittenti nazionali, prima a La 7 e successivamente alla Rai. “Le esperienze nei programmi ‘Exit’ e ‘Report’ mi hanno insegnato tantissimo. Ho avuto modo di capire i diversi linguaggi e tempi del giornalismo, spaziando dai servizi in esterna ai talk show politici”.

Quali i rischi principali di un mestiere sempre in equilibrio, tra la paura di sbagliare e quella di andare sino in fondo alla ricerca della verità? “Io credo sia la pigrizia, non la censura ma una sorta di ‘autocensura’ imposta da una scarsa preparazione. Non bisogna aver timore di venire ‘imbavagliati’ ma di vivere la professione al pari di un impiegato che timbra il cartellino e pensa solo a finire il proprio turno”.

Una curiosità bulimica il motore di una macchina sempre in viaggio, alla ricerca di una notizia da raccontare. “Il mio prossimo servizio lo vorrei realizzare in Cina, in quelle città-fabbriche esclusivamente focalizzate sulle realizzazione di componenti elettroniche. Ci sono persone che sacrificano la loro vita per farci avere l’ultimo modello di smartphone. E’ un mondo che mi affascina e mi piacerebbe raccontare ma difficilmente -sorride amaro- i cinesi mi daranno l’autorizzazione…”

“Stay hungry, stay foolish”. Monteleone non ha veri consigli da dare ai ragazzi che si vogliono avviare sulla via del giornalismo, ma indicazioni che sembrano ricalcare il celeberrimo discorso di Steve Jobs. “Bisogna fare quello che non fanno gli altri, evitare di appiattirsi. Se si è all’interno di un capannello di giornalisti, allora si è nel posto sbagliato, la notizia va inseguita in solitudine. Non bisogna avere paura di non farcela, il talento crea sempre spazi. Io ho avuto la fortuna di confrontarmi con giornalisti importanti, possibilità che mi ha fatto crescere e capire tante cose”.

Uno degli ultimi viaggi di lavoro è stato a Dubai, dove Monteleone per il programma di La7 ‘Piazza Pulita’ è andato a seguire le tracce di Amadeo Matacena, politico (reggino d’adozione) fuggito dopo una condanna definitiva per corruzione. “Ero quasi tentato dal dubbio nel capire se ci è o ci fa, credo invece ci faccia molto bene. Si ritiene capacissimo di prenderci in giro, rappresenta al meglio quella parte di classe politica che ha rovinato l’Italia. Tutti i condannati parlano di anomalie ed errori, o di aspettare la cassazione. Poi quando arrivano le sentenze definitive, non ci piacciono e le contestiamo o scappiamo. Tutto questo è inaccettabile”.

Sconvolta, e sconvolgente. Reggio Calabria vive una fase delicatissima, di transizione dolorosa. L’ondata di arresti che coinvolge la criminalità organizzata, dirigenti e politici sembra non volersi fermare, complicato in un contesto simile scorgere spiragli di luce. “La magistratura sta facendo il proprio dovere, con energia e coraggio. L’impatto può sembrare doloroso ma serve alla città per crearsi un nuovo futuro, finalmente privo di catene che ci hanno tenuto in gabbia. In questo momento Reggio Calabria vive una fase d’affanno, manca una prospettiva a lungo termine ma non dobbiamo entrare nel vortice della paranoia. Se vogliamo cambiare qualcosa, la prima cosa da fare è osservare da vicino la realtà, senza nasconderci”.

Il cordone ombelicale tiene ancora unito Antonino Monteleone a Reggio Calabria, il rapporto d’affetto è sincero anche se un pò incrinato. ‘Ricordo quando da bambino o ragazzo, nel corso della stessa giornata andavo prima in montagna e poi a mare, fortuna che hanno in pochi. La bellezza della città mi sorprende ancora oggi, il problema si cela dall’altra parte dell’obiettivo di una macchina fotografica che ha la fortuna di catturare paesaggi meravigliosi. Il poco rispetto per le regole, per gli altri, la mancanza di strutture e servizi essenziali, sono cose che mi fanno male’.

La disoccupazione, in particolar modo quella giovanile, un cappio che rischia di soffocare una città alle prese con problemi di natura differente. ‘Non esiste un vero mercato del lavoro. I migliori talenti sono costretti ad andarsene, gli altri a farsi spazio in mezzo a mille raccomandazioni. Preferisco -assicura riferendosi ad alcune inchieste recenti che hanno visto coinvolte società miste- un sacco di spazzatura in più che sentire di aziende con assunzioni gestite dalla ‘ndrangheta. Mi fa incazzare leggere di dirigenti corrotti in una regione come la Calabria, hanno stipendi da sceicchi eppure lo fanno ugualmente. Sono cose che non mi spiego in nessun modo’.

Dopo aver trascorso una breve vacanza in riva allo Stretto, Antonino Monteleone è già proiettato verso i prossimi impegni. ‘A settembre parte la nuova stagione di ‘Piazza Pulita’, sarà un anno ricco di spunti interessanti tra Brexit, referendum, le elezioni americane e gli attentati di matrice islamica che si ripetono con preoccupante continuità’. Un bagaglio pieno di idee da svuotare in futuro, tra vacanze in America (‘Mi rilasso ma allo stesso tempo seguo con attenzione i dibattiti, per confrontarli con quelli italiani’) e progetti da centellinare con la giusta pazienza: ‘Non mi piace accumulare, preferisco fare le cose una alla volta. Ma bene’.