Reggio - E' morto Gioacchino Campolo, 're' dei videopoker

E' stata la figlia Adriana Campolo che ne ha dato notizia con una lettera inviata agli organi di stampa

È morto ieri, 22 giugno, Gioacchino Campolo il ras dei videopoker coinvolto in numerose indagini della distrettuale antimafia dello Stretto. A rendere pubblica la notizia della dipartita di Campolo, sua figlia Adriana attraverso una lettera inviata al ‘ilreggino’ in cui ricorda con affetto la figura del padre scomparso denunciando una scarsa attenzione degli organi preposti nella cura per le patologie di cui lo stesso Campolo soffriva.

IL RE DEI MANGIASOLDI

Considerato dagli inquirenti come uno dei principali riciclatori al soldo del crimine organizzato reggino, Campolo era stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso e riciclaggio.

Al centro di numerose inchieste dai risvolti clamorosi, fecero scalpore i maxi sequestri ad opera delle fiamme gialle che, nel corso di un decennio, recuperarono decine e decine di opere d’arte stimate oltre 400 milioni di euro.

Dal profilo vagamente edonista e con una accentuata tendenza all’accumulazione seriale, Campolo amava circondarsi di autentici capolavori dell’arte antica e contemporanea. Tabernacoli barocchi e antichi altari, dipinti introvabili e bassorilievi da museo: gli investigatori misero i sigilli a una collezione incredibile, fatta di tele di Guttuso e Dalì, di Fontana di Sironi che abbellivano uffici e appartamenti (disseminati un po’ in tutta Italia) riconducibili alla galassia di Campolo.