Mosorrofa, cittadini con Gratteri: 'Chi non si ribella a questo degrado è complice'

"Facciamo nostro l’invito di Gratteri, superiamo vittimismo, ribelliamoci pacificamente ma con la forza di essere reggini" così il Comitato

Di seguito il comunicato del Comitato di quartiere di Mosorrofa.

“Ribellatevi contro l’amministrazione Brunetti”, cosi titola il suo articolo l’Approdo. La città è allo sbando, buche e sporcizia un degrado enorme, chi non si ribella e protesta contro il degrado di questa città, diventa complice, cosi il nuovo Procuratore di Napoli Nicola Gratteri stigmatizza al Circolo Polimeni la situazione della città di RC.

Il suo intervento è stato molto duro. Ha detto il Procuratore:

“Non venivo in città da alcuni anni, e ho trovato buche più grandi di prima, ho rischiato di rimanerci dentro con la macchina. Chi non si ribella e protesta contro questo degrado non ne è solo vittima ma anche complice“.

I cittadini di Mosorrofa e Sala di Mosorrofa concordano pienamente con l’esternazione del Procuratore, tant’è che da qualche giorno hanno indetto una raccolta firme per chiedere le dimissioni non solo di Brunetti, sindaco f.f., ma anche di Falcomatà, sindaco eletto, della Giunta e di tutto il Consiglio comunale. Ben consci che stare zitti oggi è essere conniventi, complici, oppure che si è contenti della situazione nella quale versa la città, gli abitanti di Mosorrofa, continuano a chiedere ai reggini di pronunciarsi. Continuano a chiedere a tutti i Comitati civici, a tutte le associazioni o gruppi politici e non, sorti in questa citta, di prendere posizione.

Gratteri ha avuto modo di imbattersi solo nelle manifestazioni più evidenti dello stato di incuria in cui è lasciata RC, buche e spazzatura. Immaginate cosa avrebbe detto se fosse venuto a Mosorrofa e avesse visto lo stato di abbandono dei terreni comunali sede dell’ex campo sportivo e dell’area di Bufano e contemporaneamente bambini e ragazzi giocare tra le macchine che sfrecciano nella piccola piazzetta che dà sulla strada a rischio continuo della propria incolumità. Cosa penserebbe quando noterebbe che lungo la strada scende un fiume di acqua e contemporaneamente i rubinetti delle case sono a secco. Cosa direbbe se andando a trovare un caro estinto al cimitero si accorgesse della catasta di bare non tumulate perché non ci sono loculi. Cosa lo stupirebbe di più: la risposta degli anziani che ad una sua domanda “perché bivaccate in piazza” gli risponderebbero “non abbiamo dove andare” o vedere gli stessi anziani o persone con handicap che per andare in chiesa devono fare una ripidissima salita o una decina di scale perché giace al comune, da anni, una richiesta di abbattimento delle barriere architettoniche, con progetto minimale già presentato, ma non viene presa in considerazione? Lo stupirebbe sapere che le segnalazioni e le richieste di intervento dei cittadini presso la delegazione municipale circoscrizionale restano lettera morta?

Se poi prima di andare via giungesse la sera, la meraviglia di un impianto di illuminazione pubblica a macchia di leopardo e, in alcuni punti, psichedelico, si accende e si spegne alternativamente, sicuramente lo impressionebbe positivamente. Ma, ahimè, questa non è solo la situazione di Mosorrofa, è tutta la città che soffre. Una città che pur avendo i Bronzi di Riace, il bergamotto, i tanti siti storici e archeologici e le innumerevoli bellezze paesaggistiche rischia di essere cancellata dalla carta geografica.

Alla luce di tutto questo, i cittadini di Mosorrofa e Sala di Mosorrofa rinnovano l’invito a tutte le persone di buona volontà di RC a scendere in piazza, prendere posizione, indipendentemente dal colore partitico, come abitanti che amano questa città, che hanno scelto di vivere in questo meraviglioso angolo del mondo.

Facciamo nostro l’invito di Gratteri, superiamo il vittimismo che ci porta solo a lamentarci, rimbocchiamoci le maniche, mettiamoci la faccia, ribelliamoci pacificamente ma con tutta la forza del nostro essere reggini. Il cambiamento è dietro la porta, una porta molto resistente. Più persone singolarmente.