Moti di Reggio, webinar di Unical tra eversione nera e massomafie

Un episodio di guerra civile che durerà mesi e provocherà morti


Si terrà domani, mercoledì 15 luglio, alle ore 19 un webinar sui moti di Reggio Calabria degli anni Settanta del Novecento con l’obiettivo di indagarne le (strette) relazioni con l’eversione nera e le massomafie. Nel corso della discussione sarà presenta l’ultima fatica letteraria del giornalista de L’Espresso, Gianfrancesco Turano: “Salutiamo, amico”, edito per i tipi della Giunti editore. L’iniziativa è organizzata dal Laboratorio didattico di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria nato il 23 maggio 2011 e attivo presso il Corso di studi in Scienze dell’Educazione del Dipartimento di Culture, Educazione e Società.

Il webinar sarà trasmesso in diretta sulla pagina facebook di Calabria news 24 e sul canale YouTube dell’emittente televisiva all’indirizzo. I lavori saranno introdotti da Giancarlo Costabile del Laboratorio di Antimafia Unical e vedranno la partecipazione del Capo della Redazione cosentina di Gazzetta del Sud, Arcangelo Badolati. A concludere la discussione sarà l’Autore del libro, Gianfrancesco Turano.

Gianfrancesco Turano (Reggio Calabria, 1962) è inviato speciale dell’Espresso. Ha pubblicato cinque romanzi: “Ragù di capra”, Città del Sole editore, “Catenaccio!” (2006), “L’ultima bionda” (2007) editi da Flaccovio, “Remedia amoris” (Cairo, 2009), “Contrada Armacà” (Chiarelettere, 2013) e due saggi: “Tutto il calcio miliardo per miliardo” (Il Saggiatore, 2007) e “Fuorigioco” (Chiarelettere, 2012).

Racconto esemplarmente documentato: pensato, studiato, scritto, così recensito da Goffredo Fofi, “Salutiamo, amico” ha per protagonisti due tredicenni che nel luglio 1970 vivono in modo opposto un capitolo centrale della storia della loro città dove scoppia la rivolta per il capoluogo. Un episodio di guerra civile che durerà mesi e provocherà morti, distruzioni, scontri continui fra le forze dell’ordine e la popolazione. I due amici si trovano separati dalle barricate e si tengono in contatto con le lettere, portate avanti e indietro dai genitori. Sono troppo giovani per capire che le loro famiglie, legate da vincoli di sangue inconfessabili, sono l’embrione della più potente organizzazione criminale di oggi, la ‘ndrangheta. Ma tutta l’Italia, e le stesse forze che si battono per le strade di Reggio, non vedono se non il tassello più vicino ai loro occhi di un disegno più grande, dove l’eversione nera, le cosche mafiose, la massoneria e gli apparati dello Stato guidano la loro danza di morte. Ma la speranza è nei giovani e i giovani protagonisti sapranno farla valere