Museo di Zaha Hadid, doccia gelata per il Comune: il Tar dà ragione al Cantiere Nautico
A pochi giorni dall'avvio dei lavori, la sentenza del Tar Calabria che congela il cantiere. Bisognerà trovare una soluzione
06 Marzo 2024 - 10:24 | di Pasquale Romano
“Museo di Zaha Hadid a Reggio, ci siamo: avvio del cantiere entro il 31 marzo. Si avvicina l’avvio dei lavori con il ‘lotto 0’: dalla conferenza dei servizi arrivati gli ultimi pareri positivi”. Cosi scrivevamo ieri, evidenziando lo stato della situazione e l’ottimismo dell’amministrazione comunale rispetto al cronoprogramma che doveva vedere l’avvio del cantiere entro 25 giorni.
Peccato però, che più o meno nelle stesse ore dal Tar Calabria (sezione staccata di Reggio Calabria) arrivava una doccia gelata per il Comune. La vicenda, ben nota riguarda il cantiere nautico presente all’interno del Porto di Reggio Calabria e per la precisione in una zona interessata dai lavori del Museo del Mare Zaha Hadid.
Nei mesi scorsi, attraverso una lettera dell’avv. Polimeni, era stato lanciato un allarme relativo al cantiere nautico che si trova in una zona che sarà interessata dai lavori.
‘Senza Cantiere Nautico persi 50 posti di lavoro. Non si può essere contenti quando per indifferenza si calpesta il futuro di 50 famiglie e la nautica” la sintesi della lettera di Natale Polimeni. Nel corso di Live Break, erano arrivate le parole del sindaco Falcomatà sullo specifico argomento con la replica alla missiva dell’avv. Polimenti.
“Sono molto amareggiato, non mi aspettavo quella nota. Intanto la concessione non è con il Comune ma con l’Autorità Portuale. Non è corretto enfatizzare sui numeri, non sono 50 posti di lavoro.
Pronti a ragionare d’insieme, nonostante non sia un servizio pubblico essenziale, per individuare una nuova area e consentire il proseguimento delle attività nel pieno rispetto dei lavoratori e con l’idea che non bisogna chiudere le attività che operano nella nostra città.
Allo stesso tempo però non si può arrestare l’avvio di una opera pubblica strategica per il territorio. Abbiamo ultimato tutta la progettazione, esiste già la ditta che si è aggiudicata i lavori. Il cantiere partirà a marzo e deve farlo nelle migliori condizioni, non parziale”, le parole del primo cittadino ai microfoni di CityNow.
I propositi di Falcomatà però sbattono adesso contro la realtà.
La sentenza del TAR riguarda il contenzioso tra R. Marine Group S.r.l. e l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto nonché il Comune di Reggio Calabria, concernente la revoca di una concessione demaniale marittima. Il TAR ha accolto i ricorsi della società, invalidando i provvedimenti di revoca e sgombero, criticando le amministrazioni per non aver valutato adeguatamente l’interesse della società e non aver mantenuto gli impegni presi, violando i principi di buona fede e legittimo affidamento.
La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria stabilisce quanto segue:
Accoglie il ricorso principale, annullando il decreto di revoca della concessione demaniale n. 103 del 17 aprile 2023, adottato dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto e tutti gli atti a esso collegati.
Accoglie il primo ricorso per motivi aggiunti, annullando la conseguente ingiunzione di sgombero n. 3/2023 inviata dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto alla ricorrente il 9 ottobre 2023.
Accoglie il secondo ricorso per motivi aggiunti, annullando la nota prot. 10307 del 12 gennaio 2024 comunicata dal Comune di Reggio Calabria.
La sentenza condanna inoltre le Amministrazioni resistenti al pagamento delle spese del giudizio, liquidate in € 2.000 a carico di ciascuna parte, oltre agli accessori come per legge e in solido alla refusione del contributo unificato. Infine, ordina che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Dopo questa sentenza, le amministrazioni coinvolte, in particolare l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto e il Comune di Reggio Calabria, sono tenute a rispettare la decisione del TAR.
Ciò comporta:
Annullare i provvedimenti impugnati: dovrebbero revocare formalmente il decreto di revoca della concessione demaniale, l’ingiunzione di sgombero e qualsiasi atto relativo precedentemente emessi nei confronti della società ricorrente.
Rimborsare le spese legali: sono obbligate a pagare le spese del giudizio, che sono state quantificate in € 2.000,00 a carico di ciascuna amministrazione oltre agli accessori di legge e in solido alla refusione del contributo unificato alla società ricorrente.
Eseguire la sentenza: devono assicurare che le disposizioni della sentenza siano messe in atto, il che potrebbe implicare anche la necessità di rivedere o adottare nuove decisioni amministrative conformi ai dettami del TAR.
Considerare la ricollocazione della società: se previsto da precedenti intese o necessario per la conformità con la sentenza, potrebbero essere tenute a trovare una nuova area adeguata per la ricollocazione dell’attività economica e industriale della società, assicurandosi che questa soluzione rispetti le condizioni della sentenza e gli accordi precedentemente stabiliti.
Rivedere i processi decisionali: potrebbero dover considerare la revisione dei loro processi e politiche decisionali per assicurarsi che future decisioni siano prese con adeguata considerazione dei diritti e degli interessi delle parti coinvolte, evitando così ulteriori contenziosi.
Dopo la sentenza del Tar, bisognerà trovare una soluzione e anche in fretta, considerati i tempi strettissimi. Non a caso già stamattina si sta tenendo secondo quanto raccolto una riunione (alla presenza del sindaco Falcomatà e dell’assessore Romeo) per capire come poter sbrogliare la matassa Museo del Mare Zaha Hadid, con l’avvio del cantiere previsto entro il 31 marzo che inevitabilmente adesso torna in discussione.