Omicidio Scopelliti, rinviati gli accertamenti biologici
Alcune notifiche non sono andate a buon fine, motivo per cui la segreteria della Procura e la Squadra Mobile dovranno provvedere a rinnovare le comunicazioni
30 Maggio 2025 - 11:07 | Comunicato Stampa

20250408 CAMPO CALABRO (RC) CLJ 34 anni dopo la morte del giudice Antonino Scopelliti rilievi Polizia sulla BMW nel luogo dell omicidio. Foto ANSA/Marco Costantino
A causa di un difetto di notifica, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha rinviato al 4 giugno gli accertamenti tecnici non ripetibili di tipo biologico previsti oggi nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, assassinato il 9 agosto 1991 nella frazione di Piale, a Villa San Giovanni.
Notifiche non andate a buon fine: il rinvio
L’avviso, firmato dal procuratore Giuseppe Lombardo e dal pm Sara Parezzan, era stato notificato a indagati (molti dei quali detenuti) e familiari del giudice, parti offese nel procedimento. Alcune notifiche non sono andate a buon fine, motivo per cui la segreteria della Procura e la Squadra Mobile dovranno provvedere a rinnovare le comunicazioni per la nuova data.
Conferimento dell’incarico al perito: accertamenti nei laboratori della Polizia scientifica
Il 4 giugno, nei laboratori del Gabinetto regionale di polizia scientifica, sarà conferito l’incarico al perito nominato dalla Procura, con facoltà per gli indagati di nominare consulenti tecnici. Solo dopo sarà possibile stabilire l’avvio delle operazioni vere e proprie.
Vent’anni di indagini, 20 indagati ancora in vita
Inizialmente erano 24 gli indagati per l’omicidio del magistrato. Tre di loro — Matteo Messina Denaro, Giovanni Tegano e Francesco Romeo — sono deceduti. Il nome di Benedetto Santapaola, capo di Cosa nostra catanese, figura nell’indagine ma non può essere processato per lo stesso reato, essendo stato assolto in un precedente procedimento.
L’elemento biologico ancora top secret
L’accertamento tecnico non ripetibile mira a confrontare tracce biologiche con elementi già in possesso della Procura, ma non è chiaro se si tratti di sangue, impronte o altro materiale. Né si sa se il reperto sia stato trovato sull’automobile di Scopelliti, oggi sotto sequestro, o sul fucile rinvenuto nel 2019 a Belpasso grazie al collaboratore di giustizia Maurizio Avola.
Un caso che resta aperto da 34 anni
Dopo l’esperimento giudiziale dell’aprile scorso e gli accertamenti sul fucile nel 2019, la Procura intende fare piena luce sull’agguato mafioso che pose fine alla vita del giudice Scopelliti, in uno dei momenti più oscuri della storia giudiziaria italiana.
Fonte: Ansa Calabria