Ospedale Locri, il sindaco Calabrese replica ai commissari Asp
"Sarebbe più opportuno- afferma il sindaco- piuttosto che difendere l’indifendibile, agire e prendere coscienza di quanto accade sotto i nostri occhi quotidianamente"
24 Agosto 2019 - 18:13 | Comunicato Stampa
“Non si comprende la necessità di assumere la difesa d’ufficio del governo nazionale e regionale e del Ministero della salute che sono i principali responsabili della grave situazione in cui versa l’ospedale della locride…”. “Non dispiacetevi delle mie parole, da voi ritenute “inopportune”.
Il sindaco di Locri agisce su mandato del popolo e cerca con l’unico strumento che gli appartiene, la parola, di far capire l’importanza dell’ospedale, però un ospedale vero, organizzato e funzionante”.
Con una lettera aperta il primo cittadino di Locri si rivolge ai Commissari straordinari dell’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria che, dopo la sua denuncia con l’esposto in Procura per il presunto caso di malasanità con la morte di una anziana paziente e il disservizio in cui vige il reparto di ortopedia del nosocomio locrese, sono intervenuti a mezzo stampa per precisare situazione sull’accaduto.
Lette le precisazioni riportate, Giovanni Calabrese ha inteso, come da anni fa a difesa dell’ospedale, replicare, in quanto non comprensibile l’atteggiamento di difesa dei commissari su episodi raccapriccianti e principalmente vista la grave situazione in cui versa l’ospedale.
«Sarebbe più opportuno- afferma il sindaco- piuttosto che difendere l’indifendibile, agire e prendere coscienza di quanto accade sotto i nostri occhi quotidianamente.
«Mi spiace per il Vostro risentimento, umanamente comprensibile, – scrive il sindaco- ma nelle affermazioni del sottoscritto non ci sono “falsità o accuse infamanti” ma solo il desiderio di avere condizioni di normalità per la Locride e per il suo ospedale indipendentemente da chi siede al vertice dell’azienda sanitaria provinciale.
Di seguito testo della lettera integrale inviata i Commissari.
Illustri Onorevoli Commissari Straordinari dell’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria,
ho letto con dovuta scrupolosa attenzione la Vostra replica alle mie considerazioni sulle gravi condizioni dell’Ospedale di Locri e sulla morte, per un presunto caso si malasanità, della Signora Raffaela Mulé.
Sono, innanzitutto compiaciuto che dovendo replicare alle mie attente valutazioni, da Voi definite “accuse gravi ed infamanti”, avete colto l’occasione per formulare le dovute condoglianze ai familiari della signora Mulé. Forse avreste dovuto farlo il giorno dopo scusandoVi per quanto accaduto in una struttura afferente alla vostra gestione.
Spiace che abbiate interpretato il mio ennesimo sfogo come un atto di accusa infamante e denigratorio della Vostra professionalità e di quella del personale ospedaliero mai messa in discussione dal sottoscritto.
Il Vostro stupore e risentimento sarebbe stato più che legittimo se fossimo stati in condizioni di normalità ed in presenza di una struttura sanitaria pubblica funzionante e davanti ad utenti soddisfatti per le giuste e dignitose prestazioni sanitarie erogate. In tal caso la reazione “grave e inopportuna” proveniente dal massimo rappresentante istituzionale cittadino sarebbe stata incomprensibile e da considerare lesiva.
Purtroppo non è così. Senza alcun dubbio nessuno può accusarvi dello sfascio della sanità calabrese e dello sfascio dell’Asp di Reggio Calabria.
Non si comprende quindi la necessità di assumere la difesa d’ufficio del Governo nazionale e regionale e del Ministero della salute che sono i principali responsabili della grave situazione in cui versa l’Ospedale della Locride.
Tutti questi enti, con i vari rappresentanti che si sono succeduti negli anni, erano e sono a perfetta conoscenza della gravità della situazione del nostro ospedale e sono direttamente responsabili di ciò che accade in quanto nulla è stato fatto per risolvere la situazione, malgrado le reiterare richieste di intervento fatte negli ultimi cinque anni.
In merito alla morte della Signora Raffaela è opportuno proprio per amor di verità e di correttezza fare alcune precisazioni.
Il sottoscritto altro non ha fatto che denunciare un episodio comunicato direttamente dagli addetti ai lavori, “obbligati a lavorare in condizioni di estrema precarietà”, che nella circostanza specifica avevano deciso, non avendo altre soluzioni praticabili, di “rinviare l’intervento di sette giorni a causa della mancanza di medici ortopedici e anestesisti”.
Si ricorda che il Reparto di Ortopedia è da mesi chiuso dalle ore 20.00 alle 8.00 proprio per la carenza di personale medico specialistico.
Non mi sembra, inoltre, che le pacate e garbate, ma amare, dure e crude parole del figlio della signora, che descrive la propria odissea ed il calvario dell’anziana madre, parlando di una “sanità tra Locri e Polistena allo sbando e senza principi” –, possiate considerarle un encomio.
La signora Raffaela ha avuto la fortuna di arrivare a superare la soglia dei novanta anni, cosa che incredibilmente, sembra quasi venga considerata come una sorta contraltare per la situazione in cui è maturata la dipartita.
Ma provate a mettervi nei panni di giovani creature o di una giovane vedova o di un padre o di una madre che hanno visto morire in simili circostanze il proprio padre e il proprio coniuge, il proprio figlio. Prima di Raffaela sono morti Alfonso, Gianfranco, Bruno, Jenny, Rocco, Giuseppe e tanti altri; l’elenco, purtroppo, è molto lungo. Non è giusto.
Sono morti, non per colpa dei medici, ma perché qualcuno aveva stabilito di creare volutamente disagio nel nostro Ospedale spesso abbandonando alla deriva il povero personale ospedaliero.
Siete veramente convinti che sia il sindaco a creare la “falsa immagine” di un ambiente ospedaliero poco credibile o siano queste drammatiche e aberranti situazioni?
In questi anni, forse utilizzando toni poco istituzionali, senza peli sulla lingua e nel solo ed esclusivo interesse della collettività, ho chiesto a tutte le istituzioni sostegno ed aiuto per garantire, allo già sfortunato popolo di questo difficile territorio, almeno le giuste cure sanitarie.
Non mi è mai sembrata una richiesta fuori luogo da parte di un sindaco che in ogni occasione ha sempre avuto il coraggio di metterci la faccia e denunciando tranquillamente tutte le anomalie e pressioni pur non godendo di alcuna particolare forma di tutela.
Mi spiace per il Vostro risentimento, umanamente comprensibile, ma nelle affermazioni del sottoscritto non ci sono “falsità o accuse infamanti” ma solo il desiderio di avere condizioni di normalità per la Locride e per il suo ospedale indipendentemente da chi siede al vertice dell’azienda sanitaria provinciale.
C’è il sogno che il caso di presunto caso di malasanità sia l’eccezione e non la regola!
In tutto ciò avendo massimo rispetto del vostro difficile ruolo in tale situazione non è mio interesse polemizzare con
Voi ma, questo si, pretendere adeguate risposte e soluzioni che non continuino a mortificare questa città, questo territorio e l’intera collettività locridea.
Continuo a ribadire, come già fatto al momento del Vostro insediamento e nell’incontro avvenuto nella vostra sede reggina, sollecitato dal sottoscritto, lo scorso mese di giugno, di trovare delle soluzioni e farlo rapidamente perché in ballo ci sono la vita e il destino di tanta gente.
Molti medici, che l’”inopportuno” sindaco di Locri, ha sempre apprezzato, elogiato e difeso (altro che denigrato!) hanno garantito con il loro generoso impegno, accollandosi anche 24 ore di lavoro consecutive – anche questo non è stata l’eccezione ma la regola – la sopravvivenza dell’unica struttura sanitaria pubblica nella Locride.
Non penso inoltre, per come da Voi sostenuto, che ci siano professionisti, individuati per coprire le carenze di organico, che abbiano rifiutato l’incarico perché “scoraggiati” dalle esternazioni del sindaco di Locri che chiede soluzioni e magari urla a tutti la propria rabbia ed amarezza.
L’importante ruolo istituzionale di chi esterna dovrebbe farVi comprendere a maggior ragione la gravità della situazione che viviamo nella Locride e che non vogliamo subire in silenzio.
Create condizioni di normalità e state certi che nuovi capaci e volenterosi medici arriveranno. Magari verificate che fine hanno fatto i medici ortopedici in organico all’Asp. Si mormora che alcuni abusino dell’istituto della malattia ed altri si rifiutino di venire a Locri godendo di adeguata protezione politica. Verificate, controllate, agite.
Il problema Vi ribadisco, ma Voi lo sapete bene, non è il sindaco di Locri. I problemi sono altri e molto seri. Il sindaco, come tutti i cittadini della Locride, pretende una soluzione.
Da oltre cinque anni abbiamo la maggior parte dei reparti senza primario. Non è normale.
Aiutateci a risolvere il problema dell’ospedale, voi avete sicuramente maggiore e diversi potere rispetto ai vostri predecessori di origine squisitamente partitica, Voi avete l’autonomia e libertà di azione che altri non potevano avere. Non fatevi influenzare nelle determinazioni da coloro i quali sono tra i maggiori responsabili della situazione di evidente degrado.
Non dispiacetevi delle mie parole “inopportune “. Il sindaco di Locri agisce su mandato del popolo e cerca con l’unico strumento che gli appartiene, la parola, di far capire l’importanza dell’ospedale, però un ospedale vero, organizzato e funzionante.
Invertite la rotta. Trovate delle soluzioni serie, valide e concrete. I reparti si potenziano, non si chiudono. Venite più spesso a Locri. La Vostra presenza congiuntamente a quella del Vostro delegato che sta cercando di svolgere un ottimo lavoro, è gradita e, soprattutto, utile alla causa.
Certo del Vostro impegno serio e gravoso, Vi porgo cordiali saluti con la speranza che in futuro si possa parlare sempre e solo di cose positive.