Si è svolto a Palazzo Alvaro, sede della Provincia il seminario dal titolo: “Giovani e culture diverse: per convivere, condividere e integrarsi”. L’appuntamento, organizzato dall’Asi (Associazione sociologi italiani – presidente. Antonio Latella giornalista e sociologo) e coordinato dal sociologo Marco Pavone vice presidente della deputazione Calabria, è servito per affrontare il tema dell’integrazione interraziale e della condivisione delle esperienze che hanno avuto per protagonisti i giovani. L’iniziativa di Reggio, che i sociologi stanno portando avanti con i sindacati regionali di CGIL, Cisl, Uil, è la terza dopo quella di luglio di Cosenza e di Vibo Valentia del 29 ottobre scorso che, nell’auditorium della polizia di stato ha registrato la presenza di oltre quattrocento persone, in prevalenza immigrati.
Le testimonianze degli studenti dei Licei scientifici “A. Volta” e “Da Vinci” e dell’Istituto Tecnico Industriale “Panella – Vallauri” sono servite per dare una chiave di lettura diversa del fenomeno migratorio che vede la nostra città in prima fila nella gestione degli sbarchi e per l’assistenza ai rifugiati.
Toccante l’esperienza trasmessa in video della visita che una rappresentanza del Panella-Vallauri ha fatto nei campi profughi di Sinatex e Cherso in Grecia. Cibo, vestiario e medicine portate dalla Calabria fino ai confini della Macedonia per raggiungere una terra di mezzo popolata di gente con le radici aggrappate esclusivamente alla voglia di vivere perché per il resto sono prive di tutto.
“I ragazzi che abbiamo incontrato in Grecia sentono terribilmente il bisogno di andare a scuola – ha denunciato Fatima El Amrani giovane e determinata marocchina residente in Italia e perfettamente integrata nella società cittadina –, desiderano formarsi e non trascorrere mesi interi nell’apatia e nell’indifferenza”. Ferdinando Tropea del Liceo Scientifico Vinci e la sua collega Laila Marzok ( la cui famiglia è originaria del Marocco) hanno portato la testimonianza del rapporto, sia nell’ambito scolastico che sul territorio, tra i giovani del posto e i loro coetanei immigrati.
L’esperienza greca ha acuito nei partecipanti il senso di ingiustizia e colpevole approssimazione con cui il continente europeo si è rapportato al fenomeno delle migrazioni. Ha evidenziato il professore Maurizio Marzolla che ha guidato la missione: “Sarebbe stata necessaria maggiore consapevolezza fra i politici. Già negli anni ’80 si prevedeva una pressione di 100 milioni di uomini che avrebbe chiesto all’Europa di poter sopravvivere. Arrivare oggi così sprovveduti è una responsabilità pesante”.
E le alternative ci sono come ha evidenziato il presidente della Provincia Giuseppe Raffa portando l’esempio della città di Riace e del suo sindaco Domenico Lucano, testimoni di una politica lungimirante capace di creare risposte inclusive e valore aggiunto per l’intera comunità.
Di questo hanno discusso i giovani e gli adulti che hanno partecipato all’incontro: come dare senso a un evento strutturale cominciato ormai 5 anni fa e che tutt’oggi ci interpella sul ruolo che ciascuno di noi è disposto ad assumersi. Valeria Bonforte (Cgil) dopo aver ricordato che il convegno si è svolto durante la giornata mondiale dei diritti umani ha evidenziato che sul tema della povertà, al centro della giornata dei diritti umani nel 2006 non si è fatto nulla e questo ha contribuito ad aumentare i drammi che siamo chiamati oggi a gestire. Di grade spessore socio-culturale l’intervento del segretario generale della Cisl reggina, Rosi Perrone.
Hanno arricchito il tavolo dei lavori le testimonianze di Maria Giovanna Ursida, responsabile del centro di accoglienza di Oppido Mamertina e di Almazi Hassan, Presidente del Centro Culturale Islamico e responsabile immigrati UIL.
Il convegno come ha evidenziato il dottore Latella “ha rappresentato un contributo ulteriore sul tema del rapporto cittadini immigrazione, che segue l’importante seminario tenutosi il 29 ottobre nella sala convegni della Scuola di Polizia di Vibo, con la presenza di oltre quattrocento persone. L’attività di sociologia di prossimità dell’A.S.I. continua, senza autoreferenzialità accademiche, ma tra la gente, con prospettive qualificate per valorizzare il ruolo del sociologo per la comprensione e lo studio di una realtà socialmente frammentata, in continua crisi di identificazione e valori”.