Ponte sullo Stretto, l'annuncio del vice ministro Morelli: "Si farà. Opera necessaria"

"Basta anestetizzare il Sud coi sussidi. Ponte opera da 100 mila posti di lavoro", le parole di Morelli

Ponte sullo Stretto, le parole del vice ministro delle Infrastrutture Alessandro Morelli sembrano poterne avvicinare la tanto attesa (e discussa) realizzazione. In un’intervista rilasciata a ‘Il Giornale’, Morelli parla di ‘opera necessaria’, importante per rilanciare il Sud, al quale non bisogna dare solo sussidi.

“A Rfi è stato dato mandato di realizzare uno studio di fattibilità tecnico-economica finalizzato a valutare varie ipotesi progettuali. Sono stati trasferiti alla società 20 milioni dei 50 stanziati per lo studio. Ora Rfi si appresta ad avviare la gara per affidarne la redazione.

L’esito negativo ? E’ possibile, ma altamente improbabile visto che le due Regioni, la politica e il buon senso fanno propendere per la realizzazione dell’opera. Del resto, lo stesso gruppo di lavoro ministeriale ha rilevato l’esistenza di profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto che si ponga in continuità con la rete Ten-T delle due sponde. Senza considerare che sono stati approvati numerosi atti parlamentari che impegnano il governo a realizzare l’opera”, le parole di Morelli.

Il viceministro delle Infrastrutture non si espone sugli aspetti tecnici  (“È compito degli esperti dirci se il ponte debba essere a una o a più campate”) ma ribadisce come il Ponte sullo Stretto sia opera “necessaria per l’Italia e l’Europa, è un fatto assodato persino a Bruxelles.

“Il dato è che sono passati decenni e gli unici ad aver creduto davvero in quest’opera sono stati i governi di centrodestra. Non capisco la miopia dei contrari, preferiscono anestetizzare il Meridione a suon di sussidi piuttosto che sostenere un’infrastruttura che potrebbe creare complessivamente 100mila posti di lavoro, oltre alle ricadute future, connettendo alle reti europee la piattaforma logistica naturale della Sicilia”.

La realizzazione del Ponte sullo Stretto, secondo Morelli, dovrebbe far parte di un sistema complessivo che rivoluzionerebbe il volto di tutto il Mezzogiorno.

Che senso ha viaggiare con l’alta velocità se poi per attraversare lo Stretto bisogna scendere dal treno e attendere il traghetto per la Sicilia? Stando ai dati pre-Covid, dallo Stretto transitano ogni anno 11 milioni di passeggeri, 800mila veicoli pesanti e 1,8 milioni di veicoli leggeri. Se si vuole davvero colmare il divario Nord-Sud, allora unire le due sponde è un dovere improcrastinabile”.