Ponte sullo Stretto, Caminiti: 'Decisione politica, ma Villa deve essere protagonista'

"C'è bisogno - ha spiegato il sindaco di Villa - di una visione complessiva di sistema trasportistico che veda Villa protagonista"

Ponte si, ponte no, se ne parla dal 1969. Il dibattito, nonostante il passare dei decenni, è ancora acceso, visti, soprattutto i recenti sviluppi. Il decreto riguardante l’attraversamento stabile sullo Stretto di Messina approvato dal Governo, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, rendendo l’opera più tangibile rispetto al passato.

A subirne le ricadute, positive e negative, saranno non solo le città metropolitane di Reggio Calabria e Messina, ma in particolar modo i Comuni calabresi e siciliani interessati dalla realizzazione della maxi opera. A questo proposito è intervenuta, nel corso dell’ultima puntata di Live Break, Giusy Caminiti sindaco di Villa San Giovanni.

Caminiti: “Ne favorevole, né contrari. Serve confronto con il territorio”

“Con la riapertura del progetto ponte ci aspettiamo di saperne di più, come ad esempio se questa porzione di territorio (il tratto di lungomare dove in passato era stata realizzata la variante ferroviaria di Cannitello ndr.) sarà quella interessata anche dal nuovo progetto e che vedrà la realizzazione del pilone.

Un concetto che abbiamo ribadito più volte – ha spiegato il primo cittadino – da quando il Ministro Salvini ha iniziato a riparlare del Ponte sullo Stretto, è che questa amministrazione non ha una posizione ideologica di contrarietà nè a favore, vuole semplicemente che venga aperto un metodo di confronto con il territorio, un metodo tecnico scientifico atteso che la decisione politica del resto non è di oggi, ma risale alle legge obiettivo Berlusconi del 2004″.

Una decisione politica che, secondo Caminiti “è stata sottratta al territorio”:

“Essendo qui nel corridoio Berlino-Palermo, la decisione è stata vocata a livello nazionale. Allora una volta assunta una decisione politica seria a livello nazionale, noi chiediamo soltanto che Villa venga considerata per ciò che è,  ovvero l’anello di congiunzione fondamentale in questo asse di tipo europeo. Il ponte – ha aggiunto – non è della Sicilia, ma dell’Italia e Villa San Giovanni svolgerà un ruolo importantissimo, perché sarà la città del ponte.

Anche se le ricadute andranno ad interessare un’area più vasta, che è quella della Città Metropolitana, la preoccupazione è di questo territorio. Un territorio che già nel 2011 ha saputo di avere 250 proprietari espropriandi, circa un migliaio di persone tra proprietari di case e di terreni che subiranno l’esproprio, tanto da esserci già la lista.

Dunque – ha spiegato il sindaco – Villa ha la necessità di redigere i suoi piani strutturali in previsione di un’opera così importante, ma non vuole utilizzare l’alibi di aspettare il ponte per mettersi al passo con l’opera che, inevitabilmente, impatterà sull’intero paese”.

“Villa non vuole essere la città sotto il Ponte”

Villa non vuole essere la città sotto il Ponte“. È la frase divenuta “slogan” dei villesi, che lascia intendere quanto la posizione di chi non è del tutto convinto, non sia per partito preso, ma di giusta preoccupazione.

“Villa vuole essere la città DEL ponte – ha spiegato Caminiti – e lo vuole essere nel tavolo della concertazione, non per barattare il si o il no. La città vuole crescere e vuole farlo con una prospettiva, perché ferma da troppi anni”.

Ma cosa ne pensano i cittadini?

“Qui la comunità è spaccata, come del resto lo è la nazione. A Villa c’è una comunità consapevole che il territorio subirà una ferita. Non dimentichiamo che qui siamo nell’area più bella del lungomare, nello Stretto mitologico, siamo a Punta Pezzo. A fronte di tutto questo vogliamo pensare ad uno sviluppo turistico sostenibile della città.

Vorremmo dunque che si parlasse di mobilità globale. Ok alla mobilità stabile, ma c’è anche il problema della mobilità dinamica, ovvero l’attraversamento delle navi che non scomparirà con la realizzazione del ponte.

C’è bisogno – ha concluso Caminiti – di una visione complessiva di sistema trasportistico che veda Villa protagonista senza subire una ferita del territorio che non saremo assolutamente in grado di recuperare nei decenni”.