Ponte sullo Stretto, Caminiti: ‘Senza il progetto di cantierizzazione, Villa San Giovanni non sopravviverà’

Al convegno promosso dalle associazioni ambientaliste, la sindaca Caminiti lancia l’allarme: “Senza certezze, Villa San Giovanni non può affrontare il cantiere del ponte”

sindaco giusy caminiti

Il futuro di una città appesa a un’opera ancora senza certezze. È questo il filo conduttore del convegno “Una questione di buon senso. Il Ponte sullo Stretto di Messina tra un interesse nazionale presunto, impatti ambientali certi e conti che non tornano”, promosso da Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF Italia, insieme al Movimento No Ponte Calabria, che si è svolto nei giorni scorsi a Villa San Giovanni.

Un confronto acceso e partecipato, che ha acceso i riflettori su quello che rischia di essere non solo un progetto ingegneristico, ma una frattura profonda nella quotidianità di un’intera comunità. A lanciare l’allarme, con toni chiari e numeri alla mano, è stata Giusy Caminiti, sindaca della città, che ha parlato di opacità progettuali, rischi ambientali e assenza di garanzie per il futuro di Villa San Giovanni.

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Caminiti: “I conti non tornano, manca il progetto di cantierizzazione”

Intervenendo ai microfoni di CityNow, la sindaca ha dichiarato:

“Per la città di Villa San Giovanni i conti non tornano. Mancano i progetti definitivi di cantierizzazione, quelli che indicheranno le aree soggette a esproprio, all’impatto acustico o al cono d’ombra dell’opera. Senza questo progetto, la città non può comprendere né affrontare ciò che accadrà”.

Secondo Caminiti, i problemi principali riguardano le interferenze sulle reti idriche, fognarie, la pubblica illuminazione e la viabilità.

“È inimmaginabile che Villa possa reggere, oltre al flusso attuale verso la Sicilia, anche quello legato al cantiere del ponte”, ha spiegato.

I numeri: “134 milioni per le interferenze, 500 mila euro per il monitoraggio”

Nel corso del convegno sono stati resi noti anche i dati economici relativi alle opere necessarie per ridurre l’impatto del cantiere sul territorio.

“Abbiamo presentato al MIT i conti relativi alle opere che devono essere realizzate prima dell’apertura del cantiere: 134 milioni di euro per le interferenze, 500 mila per il monitoraggio ambientale”, ha sottolineato la sindaca.

Caminiti ha inoltre ricordato che non esiste ancora un progetto definitivo né un’analisi economica completa da parte del CIPES, responsabile della dichiarazione di pubblica utilità dell’opera.

Caminiti: “Villa ha un piano strategico da 1,5 miliardi, il ponte non può ignorarlo”

Il Consiglio comunale di Villa San Giovanni ha approvato all’unanimità un piano strategico per il futuro della città, che secondo Caminiti deve essere considerato parte integrante di ogni discussione sull’opera:

“Il nostro piano strategico vale un miliardo e mezzo. È la visione della città al di là del ponte, e contiene ciò che Villa pretende in cambio, se mai il ponte dovesse essere realizzato. Ridisegnare la città è un nostro diritto”.

Dialogo istituzionale aperto con Ciucci e il MIT

Caminiti ha confermato che il dialogo con la società Stretto di Messina, guidata dal dott. Pietro Ciucci, e con i Ministeri competenti, non si è mai interrotto.

“Il rispetto dei ruoli è la base per far crescere i nostri territori. Incontreremo i tecnici della società in Commissione Territorio il 6 maggio e lo stesso Ciucci sarà a Villa l’8 maggio. Ogni confronto è sempre stato aperto e trasparente”.

“Serve reinventare la città prima che parta il cantiere”

Sul futuro, Caminiti ha lanciato un appello:

“Se la città deve reinventarsi, deve farlo prima che parta il cantiere. Oggi siamo bloccati da vincoli di esproprio, non possiamo approvare il nuovo piano strutturale comunale. Se il cantiere durerà otto anni, il rischio è lo spopolamento verso le aree collinari. Senza certezze, la città non può sopravvivere”.

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