Ponte sullo Stretto, tweet al veleno di Tozzi: 'Significa unire due cimiteri in caso di terremoto'

Secondo lo studioso la catastrofe, in caso di terremoto, sarebbe inevitabile. C'è, però, chi ha già smentito i problemi di natura sismica ed anche quelli legati al vento

L’infinita battaglia tra il “si” ed il “no” per il ponte sullo Stretto continua. Questa volta, a commentare la realizzazione della maxi infrastruttura che collegherebbe molto più che le città di Reggio Calabria e Messina, è stato un esperto: il geologo Mario Tozzi.  A differenza del parere di altri esperti, secondo lo studioso la catastrofe, in caso di terremoto, sarebbe inevitabile.

Ponte sullo Stretto, il tweet di Mario Tozzi

“Costruire il ponte sullo stretto antisismico con denaro pubblico significa scegliere di unire due cimiteri in caso di terremoto, visto che solo il 25% della popolazione di Reggio Calabria e Messina risiede in case adeguate. E non è questione di se, ma di quando”.

Un tweet al veleno che sa di provocazione è arrivato, nella giornata di oggi, da parte del geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi. Dopo i recenti sviluppi che hanno visto al centro del dibattito l’attraversamento stabile dello Stretto, anche lo studioso è intervenuto sulla costruzione dell’opera rilanciata dal Governo.

Parere contrastante degli esperti

Nel suo breve e conciso messaggio, Tozzi mette in guardia gli italiani dalle possibili conseguenze della costruzione del Ponte, dando risalto all’impossibilità di costruirlo a causa di ipotetici rischi legati ai problemi sismici del territorio. Eppure gli esperti, più volte, hanno dato il loro consenso.

Molto chiaro, ai microfoni di CityNow, lo scorso anno, era stato il massimo esperto di ponti in Italia, il dott. Siviero che, senza incertezza alcuna, spiegava:

“Chi afferma che vento e terremoti possono essere un rischio lo dice o perché è in malafede o perché non è informato. Il progetto è stato approvato e c’è la certezza che possa sopportare raffiche di vento potenti e notevoli scosse di terremoto. Basta pensare che fino a raffiche di 200km/h il ponte può mantenere attive le sue funzioni. Il rischio di chiuderlo per motivi atmosferici potrà capitare massimo 3/4 volte l’anno, e solo per un paio d’ore. Per quanto riguarda le scosse sismiche, è stato appurato che resisterebbe anche ad un magnitudo di 8.5 della scala Richter. Il problema legato ai terremoti è riservato ai ponti piccoli, non a quelli grandi. Mi viene da pensare al ponte Akashi-Kaikyo, lungo 3.911 metri che ha resistito a un terremoto di intensità 6,8 della scala Richter”.