Quando l'amore batte anche il Covid: a Reggio nasce la 'porta degli abbracci'- FOTO

L'iniziativa della Casa di riposo Don Orione di Reggio Calabria ha permesso ai familiari degli ospiti di poter riabbracciare, dopo lungo tempo, i propri affetti

Cos’è che vi manca di più della vita prima della pandemia? La risposta è sempre, molto, soggettiva. Ma una larga parte di popolazione direbbe la vicinanza, il contatto, il calore umano delle persone che amiamo e dalle quali abbiamo imparato a stare a distanza per il loro stesso bene.

Se c’è una cosa che il 2020 ci ha insegnato, è proprio a fare a meno di baci, abbracci, carezze, strette di mano. Ma questo quando influisce nelle relazioni e, in particolar modo, sugli anziani? Nasce da qui l’idea di una porta di sicurezza, in cui abbracciarsi “nonostante tutto”.

Anche a Reggio Calabria una “porta degli abbracci”

Don Orione Abbracci 1

Un divisorio in plexiglass con manicotti in tessuto plastico: l’ospite della casa di riposo e il familiare possono infilare le braccia nei manicotti per abbracciarsi affettuosamente. Ogni visita dura circa 10 minuti. Poi, il personale sanifica tutto e prepara la porta degli abbracci per la visita successiva. Ringraziamo chi con gioia ha voluto contribuire economicamente alla sua realizzazione e chi vorrà farlo in seguito.

Non è di certo la prima in Italia, tantissimi ci hanno pensato già nei mesi più difficili dell’anno appena trascorso. Ma a Reggio Calabria la prima porta degli abbracci è stata inaugurata questa mattina, giovedì 11 febbraio 2021, nella casa di riposoDon Orione”.

Un’iniziativa realizzata per far ritrovare ai nostri nonni e nonne il calore di un semplice abbraccio, perso con l’emergenza legata al Covid-19, quell’abbraccio che allunga la vita.

In questi mesi così difficili gli ospiti della struttura hanno avuto l‘affetto di tutto il personale, dagli OSS ai medici, passando per gli infermieri che, proprio in questi giorni, hanno completato la fase vaccinale anti-Covid. Ma nulla vale quanto l’amore delle persone a noi care in grado di arrivare chiaro e forte al nostro cuore anche con una carezza.

Quelli che, con il tempo, sono diventati i nonni di tutti, sono stati accuditi anche dagli addetti alle pulizie e alle cucine, dal responsabile e dai suoi collaboratori che si sono presi cura della struttura fin dal primo momento della Pandemia, e soprattutto grazie alla Comunità Religiosa Orionina che, con la sua presenza e servizio, ha dato serenità e tranquillità ai nonni che vivono nella casa di riposo e al personale tutto che vi opera.

Le videochiamate e la finestra “Giulietta e Romeo”

Non è la prima volta che la casa di riposo di Reggio Calabria si ingegna per amore dei propri ospiti, consapevole delle grandi difficoltà di tutti gli ospiti costretti a vivere lontani dai propri cari, con cui hanno potuto comunicare tramite videochiamata.

Da qui era nata la finestra ribattezzata di “Giulietta e Romeo”. Un punto di incontro in cui scambiare, a debita distanza, qualche parola con i propri cari. Ma, da oggi, la porta degli abbracci ha messo fine a quella separazione forzata.

La porta degli abbracci è stata benedetta da don Roberto Luciano, il quale ha sottolineato che “è da circa un anno che le strutture, che ospitano persone fragili come gli anziani, sono impenetrabili per motivi di sicurezza. Ora questo metodo ha aperto uno spiraglio e offre a ospiti e parenti, un’opportunità bellissima: abbracciarsi, toccarsi le mani  guardandosi negli occhi. Un’emozione anche per noi che osserviamo questo ritrovarsi e che vale ampiamente tutto il nostro sforzo organizzativo”.  

Nonna Caterina e l’abbraccio con la figlia Francesca

Don Orione Abbracci

È stata nonna Caterina la prima a vivere questa emozione. Dopo mesi di restrizioni, abbracciare la figlia Francesca, che l’ha guardata fissa negli occhi, le ha fatto battere forte il cuore prima che le lacrime scendessero abbondanti sul suo viso e su quello di Francesca. L’abbraccio è stato lungo e intenso, e ha suscitato commozione sia negli operatori presenti che nei Religiosi.

“Abbiamo pensato di dare una risposta ai famigliari, per rendere ancor più serena la vita dei nostri nonni nella casa di riposo don Orione – ha spiegato il responsabile di struttura Domenico Talladira. È un impegno aggiuntivo, che però tutto il personale della casa di riposo, è contentissimo di svolgere per far si che i parenti abbiano la possibilità di vedere e riabbracciare i propri cari”.

E mentre attende segnali positivi per la vaccinazione dei nonni, di tutti i nonni, l’Opera Antoniana ringrazia di cuore tutti coloro che con il loro amore, il loro servizio e responsabilità, stanno cercando di rendere la vita dei più fragili serena e dignitosamente da vivere.