Gateway ferroviario a Gioia, d'Ippolito (M5S): 'Da qui riparte la Regione'

Il deputato pentastellato rivolge un appello alle istituzioni: "Lo sviluppo della Calabria dipenderà dalla capacità della politica"

Svolta storica a Gioia Tauro, la Corte dei Conti ha dato la sua approvazione per l’attuazione del gateway ferroviario. L’appello di d’Ippolito (M5S) alle istituzioni:

“Momento storico per il Porto, lo sviluppo della Calabria e del Sud dipenderà dalla capacità della politica.”

Gateway ferroviario al porto di Gioia Tauro

Afferma in una nota il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito:

«Il Sì della Corte dei Conti all’attuazione, per il porto di Gioia Tauro, del gateway ferroviario è un fatto che dovrebbe unire la politica e tutti i vari livelli istituzionali, al fine di costruire e perseguire senza intoppi lo sviluppo economico dell’intera Calabria».

«Come Movimento 5 Stelle ci siamo molto impegnati per ottenere questo risultato, anche grazie all’azione costante del collega parlamentare Fabio Audino. Ora ci sono le condizioni per essere molto più competitivi degli altri porti italiani, in quanto al trasporto delle merci sui treni da 750 metri, che per esempio non può avvenire da Genova e Trieste. L’infrastruttura portuale di Gioia Tauro è unica in Italia per dimensioni e dotazioni. Perciò dobbiamo puntarci fino in fondo, superando gli eventuali ostacoli burocratici e, lo dico con chiarezza, le divergenze e le insufficienze politiche del passato. Continuare a far crescere il Porto di Gioia Tauro è questione di volontà e lungimiranza politica, da cui dipende il futuro economico e sociale della Calabria e in parte pure del Mezzogiorno».

Misure per bloccare la criminalità organizzata

d’Ippolito conclude:

«Soprattutto noi parlamentari calabresi dovremo essere vigili e decisi, in modo che da Gioia Tauro parta la ripresa generale della nostra regione. Ciò significa che non dovremo cedere di un millimetro rispetto al raggiungimento dell’obiettivo e che, parallelamente, dovremo predisporre misure specifiche, coraggiose, per bloccare gli interessi e i traffici della criminalità organizzata, che non può essere più forte dello Stato».