Addio preside Barillà. Il ricordo degli ex studenti del Piria: 'Un uomo con i superpoteri'

Un dirigente scolastico attento e caparbio, in grado di impartire lezioni e condurre i suoi studenti dall'adolescenza all'età adulta. Gli aneddoti degli ex studenti del Piria

Per noi, ex studenti del Piria, era il “Preside migliore“.

Nella foto di copertina correva l’anno 2013. Ultimo giorno di scuola prima degli esami. Tanta euforia, ma anche nostalgia di quella che da lì a qualche settimana sarebbe diventata la nostra ex casa. Il “Piria” di Reggio Calabria grazie al collegio docenti ed all’infaticabile lavoro del Preside Barillà è stato, senza ombra di dubbio, molto più di una semplice scuola. Ne è una testimonianza indelebile l’accondiscendenza di un Preside che asseconda gli ultimi desideri dei suoi maturandi e si lascia armare di tocco e toga per una foto-ricordo.

Ciò che ci resta di lui, adesso che non c’è più, è un grande vuoto, colmato dall’immancabile sorriso che accompagnava ogni sua conversazione. La comunità reggina ha espresso il suo cordoglio, ma il preside Barillà continuerà ad essere presente nella mente e nei cuori delle migliaia di ragazzi a cui ha insegnato a crescere.

I ricordi di scuola

Andare nell’ufficio del preside, da che mondo è mondo, non è mai stata una “bella cosa“. Non se il preside in questione era il prof. Barillà. La sua porta era sempre aperta agli studenti. Lamentele, richieste, consigli. Quante parole avrà ascoltato nei suoi lunghi anni di carriera?

E le passeggiate. Sembra ancora di vederlo per i corridoi dell’istituto a braccetto con qualche insegnante. Le visite a sorpresa del preside in classe erano un particolare diversivo, una piacevole pausa dalla lezione in corso, ma anche un prezioso momento di apprendimento. Il preside sapeva tutto e conosceva tutti. Il semplice fatto di ricordare i nomi dei suoi studenti era un segno autentico di stima ed affetto.

Sarà per questo che la sua scomparsa ha mosso gli animi di tanti ragazzi che all’interno delle mura del Piria hanno trascorso anni indimenticabili.

“Abbiamo sempre avuto un rapporto fantastico con il nostro Preside – racconta Claudia Manti, ex studentessa dell’indirizzo turistico. Era una persona meravigliosa ed apprendere della sua scomparsa è davvero un tuffo al cuore. Empatico e disponibile con gli studenti. Al momento delle cene, come ad esempio quella organizzata in occasione del progetto Comenius, era il primo ad essere presente. Gli aneddoti da raccontare sarebbero infiniti, ma quello che preferisco è legato all’ultimo giorno di scuola.

Per rendere indelebile quel momento avevo portato dei cappelli tipici di differenti nazioni. Il “travestimento” pensato per scattare qualche simpatica foto tra compagni di classe si è, poi, misteriosamente esteso anche a lui che, con piacere, ha voluto partecipare alle foto di gruppo indossando proprio la veste di diplomato”.

Tra gli studenti che hanno voluto, profondamente, ricordare il Preside del Piria, c’è uno degli ex rappresentanti di istituto, Giuseppe Barillà:

“Quando mi chiamava fuori dalla classe, non mi portava mai in presidenza. Vigeva la “legge dello schiaffo” che insegna molte più cose di una strigliata a parole. Non perdeva tempo, nel corridoio, appena fuori dalla porta, la mano era pronta ad incontrare la guancia del malcapitato. Era uno schiaffo così “bonario” che prendersela era impossibile. Ovviamente a livello morale ti faceva a pezzi più di qualsiasi discorso. Ricordo una volta di aver pensato “forse era meglio la sospensione”. So anche, però, che andare a scuola al Piria, quando c’era il preside Franco era un vero piacere. Eravamo oltre mille studenti e tutti ci conoscevamo tra di noi. La socializzazione fra le classi era una delle regole imprescindibili”.

Il prof. Francesco Barillà vivrà nei ricordi di tutti gli studenti che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerlo. Tra questi c’è anche chi, come Miryam Maio, presidente di consulta dal 2010 al 2012, lo ricorda come un preside dai superpoteri:

“C’è una cosa che sono certa non dimenticherò mai. “Buongiorno Maio”. Quel saluto così diretto, così personale che giungeva da lui fra i corridoi della scuola in risposta al mio “Buongiorno Preside”. La sua condizione non ha mai intaccato il suo lavoro, semmai lo ha reso ancor più attento ad ogni dettaglio. Conosceva e riconosceva le voci di tutti. Aveva questa abilità di avere tutto sotto controllo che, per me, era praticamente un superpotere.

Il Preside Barillà sapeva circondarsi delle persone giuste per ogni occasione. La cosa più incredibile, però, era il modo di porsi con i suoi studenti. Da lui si poteva andare per qualsiasi problema, dall’insegnante che non ti stava molto simpatico, al problema con un rappresentante, passando anche per particolari richieste come “vogliamo andare a Gambarie per la settimana dello studente”. Faceva di tutto per venirci incontro, per comprenderci ed aiutarci, si comportava con noi esattamente come farebbe un padre. Solitamente, quando si pensa alla figura del dirigente scolastico si pensa come ad un capo, mentre lui per noi è stato un compagno. Al di là del ruolo, ti faceva sentire ascoltato e importante. Reggio, con lui, ha perso una figura importantissima”.

Anche Sasha Sorgonà, presidente di consulta dal 2010 al 2012, ha ricordato il Preside in un post su Facebook:

“Tu eri il nostro Preside, io al tempo rappresentante della consulta studentesca. Ricordo con quanto affetto ascoltavi le nostre proposte. Le mattine organizzate per andare a teatro, le gite, i progetti che ci hanno fatto vincere un sacco di premi, la settimana dello studente, il nostro “Piria” che diventava qualcosa di più di una scuola. I nostri battibecchi perché “il laboratorio musicale, Preside, è una priorità!” – “Sorgoná, ti prometto che metteremo anche il Pianoforte”.

Le battaglie quando non volevamo la sede del distaccamento perché difendevamo il nostro senso di appartenenza. Quella volta che ci hai sospesi però obbligandoci a venire a Scuola per ripulire la biblioteca: non ci vedevi ma il tuo sguardo andava oltre. L’ho capita quella lezione Preside! Per me quella è stata la Scuola migliore del mondo, la mia casa, in quei corridoi ci ho lasciato un pezzettino del mio cuore. In ogni occasione ci hai permesso, giusto o sbagliato, di dire la nostra anche se poi alla fine a decidere eri sempre tu eh! I tuoi “Sorgonà non sprecare il tuo talento”.

Non lo farò Preside, fai buon viaggio”.