Processo ‘Ecosistema’, assolto l’imprenditore Azzarà: ‘Farsa giudiziaria. Chi risarcirà i danni?’
"Non una mia personale vittoria, ma anche quella degli altri soci. Anche se alcuni, nel frattempo, sono venuti a mancare" le parole dell'amministratore
26 Giugno 2025 - 15:36 | di Redazione

L'aula bunker di Reggio Calabria
Dopo oltre otto anni di processo, è arrivata l’assoluzione piena per Rosario Azzarà, imprenditore reggino e all’epoca dei fatti amministratore della ASED Srl, società di Melito Porto Salvo impegnata nella raccolta dei rifiuti. La sentenza, pronunciata nell’aula bunker del Tribunale di Reggio Calabria, chiude uno dei filoni più delicati del processo “Ecosistema”, nato per far luce sui presunti legami tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata nel settore ambientale.
Azzarà era stato ritenuto, all’inizio dell’inchiesta, figura centrale dell’intero impianto accusatorio.
A poche ore dalla sentenza, Azzarà ha affidato a un lungo post su Facebook il suo sfogo personale:
“Oggi, 25 giugno 2025, dopo 8 anni 6 mesi e 18 giorni, il Tribunale ha pronunciato la mia assoluzione con formula piena da tutti i 17 capi di imputazione. Dopo un lungo e doloroso percorso giudiziario, la verità ha finalmente trovato spazio. Questa non è soltanto una mia personale vittoria, ma anche quella degli altri 11 giovani soci a cui erano state sequestrate le quote societarie”.
Tra i nomi citati, anche due persone scomparse nel corso degli anni: Elio Familiari e Trentino Barreca, ricordati con commozione dallo stesso Azzarà:
“Resta, tuttavia, una ferita che nulla potrà rimarginare. Non posso più abbracciarli fisicamente, ma li porto nel cuore, oggi più che mai”.
Il pensiero dell’imprenditore va anche agli altri imputati del processo, tra cui ex sindaci e assessori che avevano rinunciato alla prescrizione per difendere la propria onorabilità:
“Ognuno ha il diritto di camminare a testa alta, con la consapevolezza di aver sempre agito con correttezza, dedizione e spirito di sacrificio”.
Il post di Azzarà non nasconde l’amarezza per gli effetti di quella che definisce una “farsa giudiziaria”, riferendosi al blitz del 6 dicembre 2016, e alle dichiarazioni del Procuratore che lo aveva pubblicamente definito un “criminale di spessore”:
“Una rappresentazione infondata, lesiva e profondamente ingiusta, che oggi viene smentita dalla sentenza di assoluzione piena di tutti gli imputati”.
Ma se da un lato è arrivata la verità giudiziaria, dall’altro rimane il danno umano ed economico. Azzarà denuncia il tracollo della sua azienda, la ASED Srl, affidata per anni a una gestione commissariale:
“È stata devastata da una gestione che ha permesso furti, scassi e la svendita sistematica di ogni bene di proprietà, cancellando un patrimonio imprenditoriale e umano costruito con tante rinunce e sacrifici”.
Una domanda resta, allora, al centro del suo appello:
“Chi risarcirà i danni morali, patrimoniali e reputazionali subiti? Chi restituirà dignità, tempo e futuro a chi è stato ingiustamente travolto da questa vicenda?”
Il messaggio finale è rivolto alle istituzioni, alla magistratura, alla stampa e all’opinione pubblica:
“Serve un’assunzione di responsabilità. Serve un segnale concreto che dimostri che lo Stato sa anche chiedere scusa e riparare. La verità è emersa. Ora è tempo di giustizia piena”.