Processo ‘Ecosistema’, pioggia di assoluzioni: smontate tutte le accuse. Fine di un incubo per Azzarà

L’imprenditore Azzarà, fondatore della ASED, ha sempre proclamato la totale innocenza ai fatti contestati

Aula Bunker Reggio Calabria (4)

Si è concluso con una serie di assoluzioni e prescrizioni il processo “Ecosistema”, celebrato davanti al Tribunale penale di Reggio Calabria in composizione collegiale, presieduto da Greta Iori con i giudici a latere Carla Costantino ed Elsie Clemente. Al centro del procedimento, le accuse mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di diversi imputati, tra cui il principale, Azzarà, titolare della società ASED srl.

La Procura, rappresentata dalla dott.ssa Marika Mastrapasqua, aveva chiesto per Azzarà una condanna a 16 anni di reclusione per reati che spaziavano dal concorso esterno in associazione mafiosa con la cosca Iamonte, alla turbativa d’asta con aggravante mafiosa, fino alla corruzione propria. Richieste che non hanno trovato accoglimento da parte del Tribunale.

Le assoluzioni

All’esito della camera di consiglio del 25 giugno, il collegio giudicante ha assolto Azzarà dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa (capo A) “perché il fatto non sussiste”. La stessa formula è stata adottata anche per le accuse di concorrenza illecita aggravata (capo H), estorsione (capo L), corruzione propria (capo P), corruzione impropria (capi Q, R e U), reati che coinvolgevano anche altri amministratori locali, tra cui gli ex sindaci Laganà Paolo (Motta San Giovanni) e Arturo Walter Scerbo (Palizzi), entrambi già giudicati in altro rito.

La prescrizione

Per una lunga serie di capi d’imputazione, il Tribunale ha dichiarato il “non doversi procedere per intervenuta prescrizione”, previa esclusione dell’aggravante mafiosa ove presente. Rientrano in questa categoria, tra gli altri, il capo B, relativo alla turbativa d’asta per l’appalto rifiuti del 2009 nel Comune di Melito Porto Salvo, dove Azzarà era accusato in concorso con l’ex sindaco Giuseppe Iaria, il tecnico comunale Francesco Maisano, Carmelo Ciccone (RADI) e Salvatore Aiello (Fata Morgana). In questo caso, è stata esclusa l’aggravante mafiosa e dichiarata la prescrizione. Assolti, invece, Ciccone e Maisano per non aver commesso il fatto.

Altre posizioni

Assolto “perché il fatto non sussiste” anche Settimo Paviglianiti (capi C, D e G) e Gabriele Familiari (capi Q e R), mentre per gli altri imputati il giudizio si è concluso per intervenuta prescrizione.

Revoca del sequestro

Il Tribunale ha inoltre disposto la revoca del sequestro della società ASED srl, ordinando la restituzione dei beni agli aventi diritto.

Difese

Il collegio difensivo ha visto impegnati:

  • Azzarà: avv.ti Natascia Sarra e Giancarlo Liberati
  • Carmelo Ciccone: avv.ti Vladimir Solano e Armando Veneto
  • Gabriele Vincenzo Familiari: avv. Umberto Abate
  • Giuseppe Iaria: avv.ti Domenico Vadalà e Carlo Morace
  • Francesco Maisano: avv.ti Marilena Altomonte e Pietro Modaffari
  • Vincenzo Crupi: avv.ti Paolo Tommasini e Domenico Vadalà
  • Settimo Paviglianiti: avv. Mirna Raschi
  • Benavoli: avv.ti Luciano Terra e Foti
  • Zappia: avv. Procopio Emanuele

Il processo “Ecosistema”, che aveva attirato l’attenzione per i suoi legami con presunti episodi di collusione tra imprenditoria, politica e criminalità organizzata, si chiude così con un bilancio favorevole per la maggior parte degli imputati. Stupisce, ancora una volta, come gli imputati abbiano dovuto subire un procedimento penale lunghissimo (9 anni), che ha indebolito le posizioni imprenditoriali e personali di ognuno, per poi veder concluso l’iter con un nulla di fatto.