Miramare, il legale di Zagarella: 'Non ha commesso il fatto'

Il difensore punta all'assoluzione perchè "il fatto non sussiste". La nota dell'avvocato di Zagarella

L’avv. Andrea Alvaro è intervenuto nell’interesse di Paolo Zagarella nel corso dell’ultima udienza del processo Miramare.

Già la scorsa settimana, nel corso si un’altra udienza che aveva visto però protagonista l’accusa, l’imputato aveva rilasciato delle dichiarazioni spontanee alla giuria.

Processo Miramare: l’intervento del legale di Zagarella

Il difensore ha evidenziato come sia del tutto suggestiva l’affermazione secondo la quale il sindaco Falcomatà avrebbe concesso l’ex hotel Miramare ad un suo amico, in quanto, in realtà, si era trattato solo di un utilizzo temporaneo, peraltro di una parte e non dell’intera struttura ed il beneficiario non era Zagarella ma, a tutti gli effetti, una associazione senza fine di lucro.

L’affidamento e ‘Il sottoscala’

L’avv. Alvaro ha riproposto i contenuti del progetto presentato dall’associazione “Il sottoscala” in relazione all’utilizzo temporaneo di parte dell’ex Miramare, sottolineandone la netta differenza rispetto agli eventi che in altre sedi e in altri contesti aveva in passato organizzato Zagarella. Ha messo in evidenza l’originalità e la qualità del progetto, avente un taglio marcatamente culturale.

Il difensore ha ricostruito anche la storia dell’associazione “Il sottoscala” e ha evidenziato come i temi contenuti nel “progetto Miramare” fossero già presenti nello statuto sin dall’origine, quando l’associazione è stata costituita.

La linea della difesa

Si è soffermato a lungo nell’indicare una pluralità di argomenti deponenti tutti per la effettività dell’associazione, rappresentata dal P.M. invece come uno schermo dietro il quale si nascondeva Zagarella a titolo individuale.

Il difensore ha ricostruito altresì il percorso procedurale della domanda con cui è stata presentata al Comune l’iniziativa, evidenziando come il comportamento tenuto dallo Zagarella in relazione alla pratica fosse apertamente distonico e contrastante rispetto all’idea di una sua collusione illecita, in quanto l’imputato si è sempre esposto in prima persona piuttosto che nascondersi.

La richiesta di assoluzione

Il difensore ha insistito, altresì, sul fatto che manchi prova della previa concertazione tra Zagarella e il sindaco, concludendo nel senso che Zagarella non ha tenuto alcuna condotta rilevante ai fini del concorso di persone, essendosi limitato a presentare un’istanza che avrebbe potuto essere rigettata o accolta con le soluzioni amministrative e procedurali che non spettava a lui individuare.

Ha concluso, quindi, per l’assoluzione dell’imputato dai reati di abuso e falso ascritti perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto.

Avvocato Alvaro