Processo Miramare: si al rinvio, no alla prescrizione. Ecco perchè

Salvo colpi di scena, non si arriverà alla prescrizione per gli imputati del Processo Miramare

In linea teorica, secondo le previsioni, il Processo Miramare si sarebbe avviato in queste settimane verso la conclusione, con una possibile sentenza in arrivo entro l’estate. Così invece non sarà, a causa del rinvio disposto lo scorsa settimana e che sposta la linea temporale a settembre.

Il motivo del rinvio, secondo quanto raccolto da CityNow, sarebbe legato ad un problema di salute di un componente del collegio giudicante. Da ricordare come il processo, con l’accusa a Falcomatà e alla giunta di allora di abuso d’ufficio e falso nel procedimento curato dai pm Walter Ignazitto e Nicola De Caria, è incentrato sulla celeberrima delibera del 2015 che vide l’assegnazione diretta del Miramare all’associazione ‘Il Sottoscala’ a Paolo Zagarella, amico\conoscente di Falcomatà.

Non ci sarà prescrizione

Nelle ore e nei giorni successivi alla novità riguardante il rinvio del processo a settembre, si sono susseguite voci relative ad una prescrizione vicina per tutti gli imputati del Processo Miramare. Non sarà invece così, per due motivi. A differenza di quanto sembrava emergere in un primo momento, la data che vedrà prescrivere i possibili reati all’interno del Processo Miramare non è luglio\agosto 2021, bensì marzo del 2023. Da quando ripartirà il processo ci sarà tutto il tempo, considerato il punto in cui si era arrivati in queste settimane, per arrivare ad una sentenza prima della prescrizione.

L’altro elemento che allontana decisamente la prescrizione per gli imputati del Processo Miramare è relativa alle nuove indicazioni della giurisprudenza  nei casi di sostituzione di un componente del collegio giudicante nei processi penali. Se fino a qualche tempo fa in eventualità di questo tipo si ‘azzerava’ di fatto il processo, ripartendo daccapo, la situazione da circa due anni sembra essere cambiata.

Importanti in questo senso le motivazioni delle Sezioni Unite della Corte di legittimità, sollecitate dalla sesta Sezione con ordinanza n. 2977 del 2019, le quali “hanno affrontato l’ampio tema delle regole che il giudice (o la nuova composizione collegiale) subentrante al precedente deve osservare per una corretta rinnovazione del dibattimento, imposta dall’art. 525 co. 2 c.p.p., secondo cui alla deliberazione della sentenza concorrono i medesimi giudici che hanno partecipato al dibattimento, a pena di nullità assoluta”.

Cosa accadrà dunque se un componente o il collegio giudicante del Processo Miramare dovesse cambiare? In sostanza, le parti potranno sollevare dinanzi al nuovo giudice le questioni preliminari già tempestivamente sollevate al precedente giudice.

Non c’è la necessità di rinnovare formalmente il dibattimento inteso quale sequela “dichiarazione di apertura, richieste di prova, ordinanza di ammissione, assunzione delle prove”, in quanto i provvedimenti già resi dal precedente giudice conservano efficacia qualora non revocati o modificati. In poche parole, nessun azzeramento o ritorno al passato: si andrà avanti regolarmente sino alla sentenza.