Project 192: 192 fotografi per le 192 vittime di Madrid’. Lo scatto del reggino Enzo Penna all’interno del prestigioso book
01 Marzo 2014 - 12:17 | di Redazione

di Vincenzo Comi – Centonovantadue foto in bianco e nero. Molte delle quali hanno come elemento figurativo i binari di un treno, una carrozza o come sfondo la stazione ferroviaria. Centonovantadue scatti dai quali emerge la sofferenza, il dolore e lo strazio per una tragedia che ha scosso una nazione.Era l’11 marzo 2004 quando nella capitale spagnola, dieci esplosioni di matrice terroristica spezzarono 192 vite alle quali si aggiunge due mesi dopo quella di un bimbo appena nato e subito morto a causa delle ferite subite dalla madre nell’attentato.A distanza di dieci anni da quella terribile data, 193 fotografi, dietro l’impulso di Ciro Prota, fotografo napoletano trapiantato a Parigi, hanno unito le forze per ricordare quei morti, quel giorno e per dare un contributo alla memoria collettiva attraverso il progetto ‘Project 192: 192 fotografi per le 192 vittime di Madrid’.Tra i tanti fotografi provenienti da ogni angolo del mondo (Filippine, Turchia, India, Canada, Francia, Portogallo, Inghilterra, Italia, Germania, Spagna) anche la Calabria ha i suoi rappresentanti. Il fotografo reggino Enzo Penna e Giuseppe Trotta, originario di Catanzaro.‘Nel novembre del 2013 il fotografo Prota ha iniziato a raccogliere adesioni tra fotografi, professionisti e non, per il progetto Project192 – spiega il fotografo reggino Enzo Penna – Il progetto nasce su internet tra persone che credono nel valore sociale della fotografia. Nel mese di dicembre CiroProta, che non conoscevo di persona ma che stimavo come professionista, mi contatta per propormi la partecipazione al progetto. Ad ogni fotografo è stata affidata una vittima e ognuno era libero di dare spazio alla propria creatività, fantasia e sensibilità. Dovevamo produrre una foto in bianco e nero in cui era presente il nome della persona deceduta assegnato e un elemento ferroviario ad interpretazione libera.’Da quella telefonata Enzo Penna cerca di immaginare il contesto in cui poter realizzare l’opera. Trascorrono più di cinque giorni ma nessuna idea valida per il progetto convince il fotografo reggino.‘In meno di un mese dovevo produrre uno scatto che non doveva essere banale ma al contrario che doveva avere un forte impatto artistico ed emotivo. Un giorno andai in un’area abbandonata vicino Saline – spiega Enzo Penna – Notai un binario divelto e non lontano immerse nell’acqua due strutture in ferro. Era la location perfetta. Quello stesso giorno, dopo aver scritto il nome del ragazzo di 28 anni deceduto l’11 marzo del 2004 Francisco Josè Narvaèz, insieme ad un mio amico (raffigurato di spalle nella foto) abbiamo atteso alcune ore per avere la luce adatta. Adesso quello scatto è a pagina 120 del volume elaborato nell’ambito di Projet 192. Sono davvero contento per aver dato il mio contributo in un progetto importante di livello internazionale come ‘Project 192’.’Una grande anima collettiva di persone che lavorano con l’immagine, con i propri occhi e la propria sensibilità interpretando vite di persone mai conosciute, con il solo scopo di non dimenticare.Centonovantadue scatti raccolti con quella delicatezza, simbolismo ed interpretazione di attimi che la fotografia sa dare quando cerca di colpire il cuore tramite gli occhi.L’assenza è di fatto il filo conduttore dell’opera. Assenza che spesso coincide con quella di altre vittime della follia umana del passato, come per esempio le foto fatte vicino la lapide che ricorda la strage della stazione di Bologna.Dal progetto nasce ‘Association project 192’ di cui Prota ne è il presidente. Associazione che si prefigge di organizzare progetti fotografici a scopo sociale e che ha già in programma per il 2015 il progetto ‘Qualcuno mi tenga per mano’, dedicato ai DCA.CLICCA QUI PER VISIONARE LE FOTO DEL PROGETTO CLICCA QUI PER VISITARE IL SITO DELL’INIZIATIVA
