Alla Camera la proposta di legge per il 'Parco dello Stretto e della Costa Viola'

Il Parco per caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche (e mitologiche) sarebbe uno dei più importanti al mondo

È approdata anche in Parlamento la proposta della Federazione metropolitana di Europa Verde di Reggio Calabria per l’istituzione del Parco Nazionale dello Stretto e della Costa Viola. Infatti, venerdì 29 settembre, l’on. Angelo Bonelli Portavoce dei Verdi, coadiuvato dal Portavoce metropolitano Gerardo Pontecorvo, dall’on. Francesca Ghirra e dal Consigliere nazionale Elisa Romano, ha illustrato nella sala stampa della Camera la relativa proposta di legge.

Come enunciato nella proposta, i relatori hanno evidenziato che lo Stretto di Messina e la Costa Viola sono il cuore del Mediterraneo in cui nel corso di millenni si sono stratificati ambienti naturali e antropizzati, leggende, eventi storici che lo caratterizzano come un unicum straordinario nel panorama mondiale. Ma l’Area presenta anche massimi valori per ricchezza e varietà paesaggistica, culturale, archeologica, mitologica.

Il paesaggio, come dimostrano gli strumenti paesaggistici e di pianificazione vigenti in Calabria e in Sicilia, è composto da una moltitudine di ambiti strettamente interconnessi in cui le acque interne e marine (lo Stretto, le fiumare, i laghi di Ganzirri) si uniscono ai paesaggi terrestri (gli spazi naturali collinari, le coltivazioni tipiche, gli insediamenti urbani). L’Area che comprende lo Stretto di Messina e la Costa Viola può pertanto essere considerata un’unità paesaggistica, parte di un più grande contesto che ha nel massiccio dell’Aspromonte e dei monti Peloritani le colonne portanti, e che comprende anche l’Etna e le Isole Eolie.

L’area riveste un’importanza strategica per l’avifauna che si sposta nel bacino del Mediterraneo, e lo Stretto di Messina, insieme allo Stretto di Gibilterra ed al Bosforo, è uno dei tre corridoi in cui nel Mediterraneo si concentrano i flussi migratori. Ma lo Stretto è attraversato anche da numerose specie marine e tra queste, certamente le più rilevanti, da un punto di vista economico ed ambientale, sono i grandi pelagici, cioè il Tonno, l’Alalunga, la Palamita, l’Aguglia imperiale ed il Pescespada. È anche un punto di passaggio obbligato per le migrazioni e gli spostamenti dei Cetacei, infatti è definito dai cetologi una Whale Gate (Porta delle Balene), ovvero un passaggio obbligato per tutte le specie di delfini, le Balenottere e particolarmente i Capodogli che lo attraversano per andare a riprodursi nell’area delle Isole Eolie. Lo Stretto, inoltre, è un prezioso custode di rare specie abissali.

La Costa Viola, è costituita da un paesaggio collinare costiero formato da una costa alta e rocciosa e tratti di spiaggia, rocce scoscese che digradano rapidamente sul mare. Le piccole spiagge isolate e le grotte marine, incluse tra le falesie, sono spesso raggiungibili solo con imbarcazioni. Lungo i tratti scoscesi sono presenti aree interamente ricoperte da vegetazione ricca di endemismi e aree interessate dalle colture della vite che con i suoi terrazzamenti definisce un paesaggio tipico e caratterizzante.

Il Parco nazionale dello Stretto e della Costa Viola ha solide basi scientifiche come dimostrano le zone di protezione speciali istituite dal Ministero dell’Ambiente, gli innumerevoli siti di interesse storico e archeologico tutelati dal Ministero dei Beni Culturali (tra cui la rete di fortificazioni unica al mondo), e gli strumenti di pianificazione paesaggistica regionali quali il Quadro territoriale Regionale paesaggistico della Calabria (QTRP), il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Reggio Calabria e il Piano paesaggistico Siciliano. La superficie prevista nel Parco è di circa 30 mila ettari ripartiti per il 50% circa tra terrestre e marina. Per l’area protetta si prevede un’articolata zonizzazione (zone a diverso livello di protezione) perché il territorio che si sottopone a tutela presenta centri abitati, villaggi turistici e aree agricole (zone C e D, rispettivamente zona di protezione ambientale e zona di promozione economica e sociale), e aree marine e terrestri di diverso valore naturalistico (zone A e B rispettivamente zona di protezione integrale e zona di protezione generale orientata). Le zone a riserva integrale si dovranno circoscrivere solo ad alcune aree come la ZSC fondali di Scilla. Si prevede anche la particolarità di una Zona Speciale aperta al traffico marittimo nazionale e internazionale non soggetta a restrizioni particolari e comunque sottoposta a monitoraggio ambientale.

Il Parco per caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche (e mitologiche) sarà uno dei più importanti al Mondo. L’Ente Parco, con i suoi organi di governo e di rappresentanza politica può garantire e armonizzare le esigenze di tutela e le aspirazioni sociali ed economiche delle comunità locali. L’istituzione dell’area protetta permetterà pure l’integrazione economica e sociale delle due sponde che come abbiamo visto ha indiscutibili radici comuni, ma che invece è stata sempre ostacolata da sistemi amministrativi distanti e da un sistema di trasporto molto lento, dispendioso oltre che inquinante. La prima missione del Parco sarà quella di apportare un profondo cambiamento nel trasporto marittimo, e consentire così un migliore, più veloce e sostenibile attraversamento dello Stretto, in particolare a vantaggio della mobilità locale che avrebbe solo svantaggi da un attraversamento stabile. Si dovrà puntare a un congruo numero di traghetti a basso impatto ambientale di nuova generazione a propulsione Elettrica o a metano verde (gas naturale rinnovabile ottenuto dalla decomposizione anaerobica di materiali organici come rifiuti solidi, letame animale e biomasse vegetali). Grazie alle risorse del Parco tutta l’area dei porti dovrà esse dotata di impianti solari ed eolici per rendere GREEN la mobilità dei passeggeri, e le infrastrutture in prossimità degli approdi. Il tutto rivolto all’efficientamento energetico e alla riduzione di gas serra.

Il Parco costituisce, pertanto, un modello di sviluppo rapido e sostenibile che si basa sulla conservazione e la valorizzazione delle risorse anziché sulla costruzione di un’opera quale il Ponte sullo Stretto che produrrebbe invece irreparabili conseguenze ambientali, paesaggistiche, culturali nonché emarginanti per tutto il territorio coinvolto.