Protesta NursingUp all’Asp di Reggio: ‘Gestione dittatoriale. Di Furia si dimetta’ – FOTO
Frattura tra i vertici Asp, operatori e sindacati: "La sanità non può più essere gestita con arroganza e improvvisazione"
29 Luglio 2025 - 11:25 | di Redazione

“Irrispettosa, autoritaria e disastrosa” è così che i protestanti definiscono la gestione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria che, questa mattina, hanno bloccato la sede di via Diana. Decine di operatori sanitari hanno preso parte alla protesta indetta dal sindacato Nursing Up, chiedendo le dimissioni immediate della commissaria straordinaria Lucia Di Furia.
Cartelli, cori e rabbia. Ma soprattutto frustrazione per una situazione che – secondo i manifestanti – va avanti da troppo tempo. A guidare la mobilitazione, il Coordinatore provinciale del Nursing Up di Reggio Calabria, Roberto Citina, che ai microfoni di CityNow ha denunciato con parole dure lo stato in cui versa il comparto sanitario locale.

«Siamo qui perché da anni i lavoratori della sanità vengono ignorati, umiliati e privati dei loro diritti. La gestione Di Furia ha solo aggravato il disastro ereditato dai precedenti commissariamenti», ha dichiarato Citina.
Uno dei nodi centrali della protesta riguarda il mancato riconoscimento economico previsto dal contratto collettivo nazionale 2019-2021, mai applicato.
«Questo direttore generale si vanta tanto di ciò che avrebbe fatto, ma la verità è che non ha fatto nulla. Non applicando il contratto, i lavoratori si sono visti defraudati di somme che gli spettavano di diritto».
Ma i problemi, sottolinea il sindacato, non sono solo economici. Mancano gli incarichi di funzione, fondamentali per far funzionare le strutture sanitarie:
«Da un anno chiediamo che vengano assegnati. Senza una mappatura chiara, la mattina nei reparti non si sa chi deve fare cosa. È una gestione caotica e pericolosa, che danneggia sia il personale che i cittadini».
Secondo Citina, il confronto con la direzione generale è ormai impossibile. Le relazioni sindacali sono state interrotte dopo un episodio che ha segnato uno strappo definitivo:
«Durante l’ultima riunione, abbiamo presentato una nota verbale. La dottoressa Di Furia non l’ha nemmeno letta. Ci ha detto che era carta straccia e che potevamo usarla per pulirci. Se questo è il rispetto per chi ha lavorato in prima linea durante il Covid, allora siamo alla fine».
Il Nursing Up accusa il management di portare avanti una gestione “dittatoriale e medico-centrica”, lontana da ogni logica di collaborazione.
«Abbiamo rotto le relazioni sindacali perché è chiaro che non c’è più spazio per il dialogo. È un sistema chiuso, arrogante, autoritario. Non ci piegheremo a nessun ricatto».
La richiesta è netta: le dimissioni della commissaria.
«Chiediamo che la dottoressa Di Furia lasci l’incarico. Non si può continuare così. Serve un cambio radicale, una gestione trasparente e rispettosa delle professioni sanitarie. Oggi siamo in piazza per farci sentire, ma torneremo ancora. Non ci fermeremo finché non sarà garantita dignità al comparto sanitario».
La protesta, pacifica ma determinata, ha messo in evidenza una frattura profonda tra i vertici dell’Asp e gli operatori. E mentre crescono le preoccupazioni per la sanità reggina, i sindacati promettono nuove mobilitazioni.
«Vogliamo legalità, rispetto e trasparenza. Siamo pronti a tornare dal Prefetto, come abbiamo fatto mesi fa. La sanità non può più essere gestita con l’arroganza e l’improvvisazione. E non staremo a guardare».