Salute mentale, i motivi della rabbia e dell'impulsività

L'approfondimento dell'esperto prof. Rocco Antonio Zoccali dell'istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria

Cantami, o Diva, del pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme d’eroi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l’alto consiglio s’adempìa) …………….

L’ira di Achille è il motore che guida gli eventi dell’Iliade, una forza distruttiva che avrà profonde conseguenze per entrambe le fazioni coinvolte nella guerra di Troia ma, quale lettura dare in chiave psicologica e psicopatologica a questo termine?

L’ira/rabbia è uno stato emozionale caratterizzato da fastidio o irritazione fino a furia intensa e collera, accompagnato dall’attivazione del (S.N.A) Sistema Nervoso Autonomo (parte del sistema nervoso che controlla le funzioni degli organi interni come cuore, stomaco, intestino).

La rabbia, come tutte le emozioni ha una sua dimensione da forma lieve a forma elevata acquistando in tale contesto termini differenti: risentimento, irritazione, collera, ira, violenza (che diventa azione, comportamento aggressivo). La rabbia e le altre emozioni primarie (paura, disgusto, gioia, sorpresa, tristezza ) sono ritenute organizzazioni biologiche istintuali che facilitano l’adattamento attraverso una “tendenza all’azione”, cioè la messa in atto di un determinato comportamento finalizzato alla sopravvivenza.

Avendo quindi questa emozione una sua dimensionalità, può nella sua espressione massima, superare i confini della “normalità” e, compromettendo il funzionamento cognitivo e le capacità di giudizio, produrre conflitti interpersonali, difficoltà nell’adattamento e nella risoluzione dei problemi della vita quotidiana.

Questo stato emotivo presenta una componente fisiologica e una componente cognitiva. La componente fisiologica è mediata dall’attivazione del Sistema Nervoso Autonomo, e predispone l’organismo, ad una risposta di “attacco o fuga” di fronte al pericolo determinando: – aumento dell’attività cardiaca, – aumento della pressione arteriosa – aumento della tensione muscolare – rilascio di ormoni corticosurrenalici.

La componente cognitiva può precedere o seguire la risposta emozionale , se la precede ovviamente la può condizionare modulandone l’intensità e l’espressione comportamentale ( aggressività).

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La rabbia, emozione spesso associata ai disturbi di personalità Paranoide, Borderline e Antisociale, trova riscontro anche in patologie legate all’uso di sostanze come anfetamine, cocaina e nicotina, oltre che negli episodi maniacali o ipomaniacali.

Secondo le attuali conoscenze, l’espressione della rabbia è legata da un lato a una predisposizione biologica correlata quindi alla struttura neuroanatomica derivante da fattori genetici che influenzano la risposta a stimoli esterni, dall’altro all’assetto cognitivo e ai meccanismi di difesa che si strutturano in base alle esperienze vissute.

La rabbia sottende di frequente il comportamento aggressivo che può essere anche connesso all’impulsività rappresentata, a sua volta, dalla predisposizione ad una reazione comportamentale rapida e non pianificata per stimoli interni o esterni. La risposta può essere adeguata o inadeguata in relazione al contesto e quindi essere funzionale o disfunzionale.

Nel primo caso ci troviamo di fronte ad una elaborazione rapida ed efficiente dello stimolo con risposta immediata ed accurata, nel secondo caso la ricerca della soddisfazione immediata, la ridotta considerazione delle conseguenze e la ridotta elaborazione della dimensione relazionale, inducono a comportamenti disadattativi.

Una corretta definizione dell’impulsività dovrebbe includere i seguenti elementi: 1) ridotta sensibilità alle conseguenze negative di un’azione; 2) rapide e non programmate reazioni ad uno stimolo prima della completa elaborazione di un’informazione; 3) incapacità di valutare le conseguenze a lungo termine dell’azione stessa.

Il comportamento impulsivo infine, può essere correlato a tre diverse variabili: 1) Aspetti del comportamento condizionati geneticamente :- Ricerca di sensazioni nuove. – Attitudine alla ricerca del rischio. 2) Incapacità di ritardare la soddisfazione: Mancanza di equilibrio tra il tempo di attesa ed il raggiungimento dell’obiettivo e l’orientamento verso piccole, ma immediate soddisfazioni a scapito di traguardi più importanti, ma differiti nel tempo. 3) Compromissione nella processazione delle informazioni: Incapacità di ritardare l’azione fino all’acquisizione di informazioni adeguate.