Salute mentale, il disturbo narcisistico di personalità: 'Un leone che ruggisce per paura'

L'approfondimento dell'esperto prof. Rocco Antonio Zoccali dell'istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria

Il termine “narcisistico” trae origine dal mito di Narciso, ben rappresentato nelle “Metamorfosi” di Ovidio.

In questo poema, Narciso, giovane di straordinaria bellezza, è punito dalla dea Nemesi per aver rifiutato in modo sprezzante l’amore della ninfa Eco che, dopo essersi consumata d’amore, viene trasformata dagli dei in una roccia. Nemesi, dea della vendetta, assunte le sembianze di un cacciatore, conduce Narciso fino a una fonte ma, quando egli si china per bere, vede la propria immagine riflessa e se ne innamora. Ogni tentativo per abbracciare se stesso risulta inutile, l’immagine si frammenta, non può avere ciò che desidera. Il narcisismo è una caratteristica psicologica molto comune nella nostra società. Lo vediamo nelle persone, nelle organizzazioni e nelle istituzioni. Ciò è in gran parte dovuto al fatto che la società contemporanea pone un’enorme enfasi sul successo, sul denaro, sull’apparenza e capacità di mostrarsi sicuri di sé in ogni situazione.

Oggi c’è una crescente necessità di ottenere una visibilità sociale favorita dai social network, necessità che spesso alimenta la vanità, la presunzione, l’egocentrismo e l’autocelebrazione.

Nel linguaggio quotidiano il termine “narcisismo” ha un significato indubbiamente negativo, tuttavia, è importante notare che esiste anche un aspetto positivo definito “narcisismo sano” legato all’autostima, al giusto orgoglio, al riconoscimento e alla valorizzazione delle proprie ambizioni, sempre nel rispetto e attenzione verso gli altri.

Il narcisismo patologico, di contro, è una condizione che impedisce al soggetto di riconoscere i bisogni, le esigenze e i sentimenti altrui e porta a sfruttare gli altri, sia in modo consapevole che inconscio. Un comportamento arrogante, ricco di superbia e un senso grandioso di importanza sono aspetti che si riscontrano comunemente. Recenti studi, riconoscono una eterogeneità del narcisismo che può essere sintetizzata nel formulazione di due dimensioni:

la prima si caratterizza per una esplicita grandiosità, che sottende un comportamento presuntuoso, eccessivamente vistoso che necessita di costante ammirazione e corrisponde alla fenomenica classica sopra descritta; la seconda, di contro, si contraddistingue per la presenza di una forte ed esplicita vulnerabilità emotiva e psicologica, estrema sensibilità verso il rifiuto e la necessità di evitare per quanto possibile di trovarsi al centro dell’attenzione.

Queste due forme patologiche sono state concettualizzate già nel 1991 da Paul Wink.

Il primo tipo, denominato “Overt ”, è espressione di grandiosità, esibizionismo, elevata autostima e bassa tolleranza alle critiche. Il soggetto adotta un sistema di difesa con evidente distacco emotivo per sostenere l’idealizzazione che ha costruito di Se stesso. Il narcisista overt ha bisogno di una sua “platea”, da essa trae il suo nutrimento, anche se spesso esprime nei suoi confronti sdegno ed aggressività. Il secondo tipo di narcisismo è denominato Covert, noto come “vulnerabile-sensibile” o “nascosto” che si contraddistingue per uno stile relazionale ansioso, impaurito e nevrotico, difficile da riconoscere nella patologia narcisistica in quanto i vissuti grandiosi non sono evidenti e manifesti, ma celati dietro la maschera di un’apparente timidezza. Sebbene queste due tipologie di narcisismo possano sembrare in contrasto fra di loro, in realtà possiedono un unico comune denominatore rappresentato da un vuoto affettivo e scarsa autostima che inducono spesso il soggetto a comportamenti manipolativi nelle relazioni affettive.

La manipolazione emotiva coinvolge due persone che, unite da un legame affettivo, hanno caratteristiche complementari.

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Una delle due (manipolatore/manipolatrice) ha bisogno di mantenere la percezione positiva di sé e quindi avere sempre ragione, l’altra (la vittima) ha un bisogno molto forte di approvazione cercando costantemente il consenso. Per il manipolatore/manipolatrice la colpa è sempre degli altri, non affronta le questioni in modo diretto ma girandoci intorno e sparlando alle spalle delle persone, utilizza modalità subdole per far capire che non approva ciò che fa il partner e facendo leva sul senso di colpa, raggira le parole per farlo sentire sbagliato; accentra l’attenzione sui propri problemi, non ascolta mai veramente e attiva un ricatto emotivo inducendo gli altri a preoccuparsi di non farlo sentire triste o arrabbiato.

Un’ulteriore forma di Disturbo Narcisistico di personalità è infine il Narcisismo Perverso o Maligno che combina una personalità narcisistica con comportamenti borderline, antisociali e paranoici.

Chi ne è affetto crede fermamente di essere superiore agli altri e meritevole di un trattamento speciale. Questi individui si dimostrano estremamente egoisti, superficiali e privi di empatia. La loro principale motivazione è spingere gli altri a compiere azioni che servano esclusivamente ai loro interessi, sfruttando in modo strumentale il legame emotivo costruito con gli altri. Tutto ciò avviene senza il minimo senso di colpa o compassione. Il Narcisista Maligno è mosso dalla ricerca di controllo, potere, sopraffazione e conferma della propria superiorità.

del prof. Rocco Antonio Zoccali – Articolo richiesto dall’Istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria.