Tridico lancia il “reddito regionale” in Calabria: tra ambizioni, critiche e rischio boomerang
Un’idea che richiama il Reddito di cittadinanza, ma che solleva dubbi sulla sostenibilità economica e forti critiche politiche
23 Agosto 2025 - 19:52 | Redazione

L’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, oggi europarlamentare e candidato del campo largo alla presidenza della Regione Calabria, con ogni probabilità inserirà nel suo programma elettorale una proposta destinata a far discutere: l’istituzione di un reddito regionale di cittadinanza.
Una misura che richiama da vicino il Reddito di cittadinanza nazionale, da lui stesso elaborato durante la guida dell’istituto previdenziale, divenuto il simbolo politico dei Cinque Stelle e allo stesso tempo uno dei provvedimenti più discussi dell’ultimo decennio.
L’idea del “reddito regionale”
Secondo i primi documenti programmatici, la proposta ricalcherebbe il modello che il M5S sta già spingendo in Toscana, come integrazione all’Assegno di inclusione introdotto dal governo Meloni. L’obiettivo dichiarato è “garantire un reale sostegno ai cittadini in difficoltà”, andando oltre le misure ritenute insufficienti sul piano nazionale.
Resta però un nodo irrisolto: con quali risorse finanziare la misura? Non è chiaro se i fondi dovrebbero provenire dal bilancio regionale o da canali europei, mentre i dubbi sulla sostenibilità economica aumentano.
Le critiche di Azione
Sul tema è intervenuto oggi Ettore Rosato, vicesegretario di Azione, che ha bocciato la proposta parlando di una deriva assistenzialista:
«Il reddito di cittadinanza a livello regionale non vuol dire nulla. Non ci sono i soldi per realizzarlo nelle Regioni, così come era stato pensato a livello nazionale. Azione non è contraria a misure di sostegno, ma un conto è aiutare chi è in difficoltà, un altro è premiare chi non lavora».
Per Rosato, il progetto del M5S conferma la distanza con il Partito Democratico: «Il campo largo diventa incompatibile soprattutto con questo Pd a trazione grillina».
Il precedente nazionale e i rilievi del governo
Le perplessità non arrivano solo dalle opposizioni. Qualche mese fa anche la ministra del Lavoro Marina Calderone aveva ribadito il fallimento del Reddito di cittadinanza rispetto agli obiettivi occupazionali:
«Abbiamo valutato che 35 miliardi di investimento non hanno prodotto risultati consistenti in termini di occupazione, ma solo accompagnato al mantenimento del sussidio. Per questo abbiamo fatto scelte diverse, introducendo l’Assegno di inclusione e il Supporto formazione e lavoro».
Parole che evidenziano come l’esperienza nazionale abbia lasciato più ombre che luci, soprattutto sul fronte delle politiche attive per il lavoro.
Un rischio boomerang per il M5S
La scommessa di Tridico appare dunque politicamente rischiosa. Da un lato il tentativo di rilanciare un provvedimento identitario dei Cinque Stelle, dall’altro il pericolo che la proposta si trasformi in un boomerang, alimentando critiche sul fronte della sostenibilità e dell’assistenzialismo.
In una regione come la Calabria, segnata da alti tassi di disoccupazione e precarietà, il dibattito promette di essere acceso. Ma senza una copertura finanziaria chiara, il “reddito regionale” rischia di restare un annuncio elettorale più che una misura concreta.