Reggina ’88 vs Reggina ’99, è tutto pronto: ‘Storia amaranto senza fine’
24 Giugno 2016 - 21:52 | di Pasquale Romano

Di Pasquale Romano – I gol di Artico, le serpentine di Possanzini, la commovente dedizione di capitan Poli. Oppure la passione infinita della ‘banda Scala’, un gruppo di uomini rimasto nella leggenda. La storia recente della Reggina, la parte più felice e incastonata nei ricordi, è concentrata in una porzione di metri. Un anno dopo, ci risiamo. L’associazione “Leggende Amaranto” torna ad organizzare una manifestazione dal doppio fine: quello di stimolare il senso d’appartenenza ad una fede calcistica e soprattutto quello di raccogliere fondi a favore della struttura reggina che si occupa di cure palliative.
Lo scorso anno anno fu un successo, quest’anno c’è più di una sensazione che potrà andare ancora meglio, soprattutto in termini di pubblico e quindi di assegno da devolvere in beneficenza.
L’appuntamento è per sabato sera alle ore 21 al Granillo.
Sul terreno verde dell’impianto di Viale Galileo Galilei andranno in campo i ragazzi, ormai non più giovanissimi della Banda Scala, quella che partendo dalla C ha sfiorato la A nello spareggio di Pescara e la squadra che nel ’99 ha portato per la prima volta Reggio Calabria in Serie A.
E nel corso della presentazione svoltasi ad Ecolandia, ad Arghillà, tra baci e abbracci si è davvero avuto l’impressione di assistere ad una rimpatriata tra amici.
“Siamo veramente emozionati – hanno detto gli organizzatori – e quest’anno siamo felici di essere riusciti a fare le cose ancora meglio. Ritrovarci come ai bei temi con questi calciatori è una gioia immensa. E’ come se tutti questi anni non fossero mai passati”.
Non nasconde l’emozione il capitano dell’annata ’99 Simone Giacchetta: “Siamo coinvolti in un evento nobile e lodevole. Questo pubblico ci considera leggende e se questo è avvenuto è perchè ognuno deve ringraziare i suoi compagni. E ringrazio anche Onorato e Armenise perchè se non avessero sbagliato i rigori a Pescara forse noi non saremmo passati alla storia per essere stati i primi a portare Reggio in Serie A”.
Sulla stessa falsariga il tecnico Gustinetti: “Mi fa ancora male pensare che nelle ultime giornate di quel campionato non ero in panchina. Quella squadra mi ha insegnato tanto e anche se non ho tagliato il traguardo, tutti mi riconoscono ancora quell’impresa. A Bolchi non va tolto nulla, ma so che il lavoro sporco fu il mio”.
C’è anche Bruno Cirillo, un figlio del S.Agata che, come Belardi, chiuderà con l’evento la sua carriera da calciatore: “Sarà un giorno speciale, non vedo l’ora di ritrovare il Granillo. Il ricordo più fresco è quando con Emanuele abbiamo fatto le valigie perchè c’era la possibilità di venire a salvare la Reggina in Lega Pro. Domani mi aspetto il pubblico delle grandi occasioni.
