Reggina, Guido: 'La porta è la prigione del portiere, non la casa'

"A Plizzari ho dato lo stesso consiglio che diedi ad Abbiati"

La prima volta di Maurizio Guido ai microfoni di Reggina Tv , è stato ospite di Passione Amaranto: “Conosco Reggio e la Reggina. Ricordo quando sono venuto con il Milan campione d’Italia e poi stiamo parlando di una grande piazza. Qui si lavora benissimo, c’è un centro bello e funzionale. Tramite il Ds Taibi sono arrivato alla Reggina, lo conoscevo dai tempi del Piacenza e devo dire che la sua ambizione e la sua voglia sono rimaste intatte. Tra l’altro con mister Toscano e Napoli ci conosciamo da una vita e quando mi è arrivata la proposta, l’ho accolta immediatamente.

Il mio gruppo di portieri è veramente forte, sia come uomini che come qualità. Lavoro molto sulla mentalità dei portieri, fermo restando che sul piano tecnico sono tutti bravi. Giudico il portiere un giocatore come altri ed in più può usare le mani, un privilegio che devono sfruttare.

Mi concentro molto sui dettagli, le posture. Ho sentito Plizzari e la prima cosa che gli ho detto è che lui deve avere voglia di stupire, lo stesso ragionamento che feci all’ex portiere del Milan Abbiati. Il portiere è il primo attaccante, l’azione inizia da li e quindi deve essere lui il padrone prima dell’area piccola e poi quella grande, deve partecipare, non esiste più quel momento in cui l’estremo difensore si appoggi al palo. Il portiere gioca, può uscire dall’area, battere punizioni e rigori. La porta non deve essere la casa del portiere ma la sua prigione.

Le scelte sulla titolarità spettano a Toscano, io alleno tutti i portieri che mi mettono a disposizione allo stesso modo e soprattutto la competizione tra loro è fondamentale che sia sana. Di sicuro la gerarchia ci deve essere”.