di Michele Favano – Tra le considerazioni più frequenti del dopo mercato, sicuramente quella riguardante la bontà di un organico per alcuni uscito più indebolito.
A prescindere dai punti di vista, vi sono alcuni dati certi, quindi non discutibili, che riguardano la struttura generale della nuova squadra, vistosamente cresciuta nella sua stazza, rispetto a quella di inizio stagione. Il dirigente Giuseppe Praticò, nella sua disamina, ha inoltre parlato di un miglioramento sul piano dell’esperienza e del carattere, evidentemente mancanti a suo avviso in alcuni momenti cruciali del campionato.
Allo stesso tempo e con molta onestà, ha aggiunto che qualcosina si è perso sul piano della qualità, aspetto che oggi il campo ampiamente mette a nudo, andando a guardare soprattutto le ultime prestazioni, per quel che concerne lo sviluppo del gioco e la sua manovra.
In special modo quando di fronte si hanno avversari scorbutici che creano delle vere e proprie muraglie davanti al proprio portiere, ecco che tutto diventa maledettamente complicato.
Ed è proprio in quel momento che serve il giocatore di qualità. La Reggina ne aveva due seduti in panca, uno non inserito per scelta, l’altro perché ritenuto ancora atleticamente non ancora pronto. Quest’ultimo è Marco Condemi, da sempre ritenuto vero e proprio talento, mai completamente espresso ed oggi rilanciato intanto da se stesso in questa nuova avventura, in attesa che lo faccia anche il suo allenatore.
Condemi può rappresentare quel tipo di calciatore che, nel contesto di un centrocampo costruito con molti giocatori di rottura, grazie alle sue qualità tecniche, riesca a dare maggiore qualità al gioco di squadra, imprevedibilità, profondità. Maurizi lo aspetta, accelerare i tempi di impiego sta per diventarne una necessità.