Reggina, Mezavilla da punto di forza a peso insostenibile?


“Stiamo cercando di convincere Botta a rinnovare con noi”. Parlava così il coordinatore dell’area tecnica Sasà Basile pochi giorni dopo il suo insediamento. Un inseguimento, quello all’ex amaranto, non andato a buon fine vista la scelta successiva del centrocampista accasatosi al Bassano. Quindi la ricerca di un elemento in grado di completare una linea mediana già interessante e composta dai vari De Francesco, Porcino, Marino. Una squadra volutamente giovane ma che necessitava di almeno un elemento di esperienza nella zona cruciale del campo, profondo conoscitore della categoria e con qualità.

Dopo una serie di trattative, il profilo scelto è stato quello di Adriano Mezavilla, non uno qualunque, ma un calciatore con un curriculum di un certa importanza e reduce da ottime stagioni in Lega Pro con l’Alessandria.

Un arrivo che aveva esaltato non solo il tecnico Maurizi, ma anche la tifoseria. Giocatore di esperienza si, ma anche battagliero, di quelli quasi indispensabili per un campionato così difficile e complicato come quello di terza serie. La Reggina investe molto su Mezavilla, lo si capisce dalla proposta contrattuale e la sua durata.

Alla prima uscita stagionale, trasferta sul campo del Rende, il tecnico a corto di difensori, il brasiliano a corto di preparazione, quindi la scelta di schierarlo nella linea a quattro dei difensori, ruolo tra l’altro in passato già ricoperto dall’ex Juve Stabia. Non lascia traccia della sua presenza nel corso dei novanta minuti, se non per essersi fatto anticipare dal suo direttore avversario Ricciardo, l’attaccante che con un colpo di testa regala tre punti comunque immeritati alla sua squadra.

Il meglio di Mezavilla lo si apprezza alla seconda uscita, derby con il Catanzaro. Assist al bacio per il gol di Porcino ed una prestazione gagliarda sul piano della combattività e del temperamento. Purtroppo sarà per lui la prima e l’ultima in fatto di rendimento, perché nella parte successiva della stagione riesce a collezionare 19 presenze in tutto, lasciando quasi sempre a desiderare.

E’ stato tra i protagonisti, invece, di quella ormai famosa notte del 23 dicembre, in quel confronto tra la società ed i calciatori. Come per Porcino, De Francesco, Di Filippo, sa di non rientrare più nei programmi dell’allenatore, ma la sua posizione è molto più complicata rispetto a tutte le altre. Complicata a tal punto che a sette giorni dalla chiusura del calciomercato, nonostante una serie di inserimenti in alcun trattative, la sua situazione rimane invariata, con il serio rischio per la società di ritrovarselo in organico fino al termine di questa stagione e contrattualmente anche per la prossima. E non è di quelli al minimo salariale…