Reggina senza identità, ko anche a Lecce. Amaranto dentro il tunnel della crisi

Quarta sconfitta di fila per la formazione di Aglietti, in crisi nerissima. Reggina spenta e senza idee, l'involuzione è evidente

Si allunga tristemente la sequenza di ko per la Reggina. Gli amaranto sul campo del Lecce incassano la quarta sconfitta consecutiva, la quinta nelle ultime 6 gare. Se i numeri non lasciano spazi ad equivoci, le prestazioni preoccupano ancora di più. Non c’è nulla della squadra che fino a un mese fa era arrivata ad accarezzare la vetta, il black-out è totale. La formazione di Aglietti cade 2a0 sul campo del Lecce, avversario dimostratosi di altra caratura rispetto agli amaranto.

Le scelte iniziali

Ancora privo di Menez, Aglietti ripropone il 4-3-3 visto contro l’Ascoli. Ancora panchina per Galabinov, nel tridente Bellomo e Rivas dalla corsie laterali assistono Montalto. Cortinovis confermato nella linea mediana con Crisetig e Hetemaj, Adjapong e Di Chiara (entrambi ex Lecce) ai fianchi di Cionek e Regini in difesa.

Il Lecce dell’ex Baroni propone lo stesso modulo della Reggina, in attacco fa paura la coppia Coda-Strefezza (17 gol in due) con Di Mariano a completare la linea offensiva. In difesa l’ex amaranto Lucioni, al suo fianco Dermaku mentre in mezzo al campo il riferimento è il danese Hjulmand con Majer e Gargiulo interni.

Il primo squillo è dei padroni di casa, prima Gargiulo (conclusione ribattuta) poi Majer spaventano Turati. Discreta la compattezza amaranto in avvio, al 16′ è pregevole l’azione studiata e manovrata dalla Reggina, Bellomo però viene chiuso in angolo. Al minuto 23 gli amaranto sprecano con Cortinovis: servito dalla sponda di Montalto, il talento scuola Atalanta è frenetico e impreciso, il pallonetto al cospetto di Gabriel supera la traversa.

Troppo Lecce per questa Reggina

Avvertiti i rischi, il Lecce aumenta i giri e trova subito il vantaggio. Su cross deviato dalla sinistra, Coda anticipa il Natale e con una sponda precisa confeziona il regalo perfetto per Gargiulo, appostato sul secondo palo per la facile battuta in rete. Difesa amaranto che si fa trovare impreparata con disarmante semplicità. Il gol che sblocca la gara aumenta la convinzione dei padroni di casa e (come accade da qualche settimana) smorza la fiducia nella Reggina.

Turati al minuto 32 alza sopra la traversa il colpo di testa di Dermaku, in pieno recupero invece Strefezza si accentra e di destro conclude di poco alto. Si conclude il primo tempo (con Baroni costretto a rinunciare a Coda per un problema muscolare), nulla la proposta amaranto nella metà campo offensiva fatta eccezione per il pallonetto di Cortinovis, nullo il contributo di un Rivas irriconoscibile rispetto ad inizio stagione.

La ripresa inizia con il destro pericoloso di Olivieri (subentrato a Coda) dalla distanza, palla di poco a lato. Schegge di nervosismo in casa amaranto, Bellomo e Hetemaj tra i più inquieti. L’ex Bari, assieme a Montalto, viene richiamato in panchina da Aglietti al 60′, dentro Ricci e Galabinov. La Reggina non ha tempo per metabolizzare i due cambi, in un istante il Lecce trova il raddoppio che di fatto chiude i giochi. Strefezza favorisce l’imbucata centrale di Majer, la difesa della Reggina (come il tonno) si taglia con un grissino: il centrocampista solo davanti a Turati non sbaglia.

Aglietti prova a pescare segnali di risveglio dalla panchina: Bianchi e Tumminello al 70′ prendono il posto di Crisetig e Cortinovis, Reggina con il 4-2-3-1. Liotti per un  Rivas apparso svogliato e indolente è l’ultima mossa del tecnico amaranto, al minuto 74.  Ci prova Ricci al 78′ su cross basso di Adjapong dalla destra, attento Gabriel sul primo palo.

Qualche sussulto della Reggina nell’ultimo quarto d’ora, buona volontà da parte dei subentrati che non sposta di un millimetro lo stato delle cose. Finisce 2a0, Reggina costretta nuovamente ad inchinarsi. Il quarto ko di fila significa dodicesimo posto e cristallizza in modo inequivocabile la situazione attuale in casa amaranto. Serve un’immediata reazione, serve un risultato positivo per risollevare una testa attualmente sott’acqua.

Domenica prossima l’appuntamento giusto, al Granillo contro l’Alessandria, per scacciare la crisi e tornare a sorridere. Missione da centrare a tutti i costi non solo per la squadra ma anche per Aglietti, il cui futuro adesso è inevitabilmente a rischio.