Reggio, bancarotta Multiservizi: i nomi degli 8 arrestati

Un fiume di denaro che ha favorito società facenti capo a famiglie risultate avere stabili collegamenti con la criminalità organizzata reggina

La manutenzione della rete stradale cittadina, della rete idrica, dell’illuminazione, delle scuole e dei parchi dovevano essere assicurati dai milionari stanziamenti di fondi pubblici confluiti nella Multiservizi spa. Denaro che, piuttosto che essere destinato al soddisfacimento di primari interessi e bisogni della collettività, grazie al patto scellerato con politici e imprenditori collusi e disonesti, è finito invece nelle tasche delle cosche.

Un vero e proprio piano strategico diretto al controllo della cosa pubblica e all’accaparramento di ingenti profitti “…per far sì che la Multiservizi S.p.a. divenisse uno strumento funzionale al soddisfacimento degli interessi economici della ‘ndrangheta e di alcune famiglie di imprenditori ad essa legate…”.

Un fiume di denaro che, attraverso un meccanismo fraudolento, ha favorito società facenti capo a famiglie risultate avere stabili collegamenti con la criminalità organizzata reggina a discapito della collettività.

Sono queste le parole che si leggono nelle carte con cui l’Ag procedente ha sussunto l’attività di servizio in esecuzione da parte dei militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria coordinati dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri.

L’“Ordinanza di applicazione di misura cautelare”, eseguita dai Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria con il supporto operativo dei colleghi di Milano, Siena ed Agropoli, è stata emessa dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, Dott.ssa Giovanna Sergi, su richiesta del Procuratore Aggiunto Dott. Gerardo Dominijanni e dispone l’applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti degli imprenditori reggini:

1. COZZUPOLI Pietro cl. ’38;
2. MAMONE Lauro cl. ’57;
3. RECHICHI Giuseppe Rocco Giovanni detto ” Pino” cl. ’58;
4. RECHICHI Antonino cl. ‘85;
5. RECHICHI Giovanni cl. ‘85;
6. RECHICHI Rosario Giovanni cl. ’61;
7. TIBALDI Michelangelo Maria cl. ’67;
8. TIBALDI Michele cl. ’87,

poiché ritenuti responsabili – a vario titolo e in concorso tra loro – del reato di bancarotta fraudolenta (artt. 110 c.p., 216 comma primo n. 1, 219 commi primo e secondo n. 1, 223 commi primo e secondo n. 2 del R.D. 16.3.1942 n. 267) in quanto, quali titolari di cariche e/o qualifiche societarie, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, distraevano e dissipavano il patrimonio delle società “Multiservizi S.p.a.” e “Gestione Servizi Territoriale S.r.l.” (G.S.T. S.r.l.) in pregiudizio dei creditori, cagionandone dolosamente il fallimento.