Reggio, Aloisio (Confesercenti): 'Città allo sbando. Basta disparità, operiamo in sinergia'

"Sta a noi, a tutti noi, operare in sinergia e concordia per combattere le prevaricazioni e le umiliazioni che la nostra città e la nostra provincia continuano a subire"

“Quale futuro per Reggio?”.

Si interroga il presidente di Confesercenti RC Claudio Aloisio che in un lungo post su FB, in cui analizza la situazione attuale in città.

Reggio Calabria continua ad essere una città allo sbando. Una situazione che noi cittadini, con alti e bassi, viviamo da sempre, ben prima dello tsunami economico e sociale indotto dalla pandemia. Il nostro è un territorio in cui è assente una reale strategia di sviluppo, che non dispone di strumenti adeguati per mettere in atto un effettivo percorso di crescita così da non restare, come adesso, malamente a galla in balia di un mare in tempesta con un’imbarcazione inadeguata e piena di falle che non si riesce nemmeno a tappare. Eppure la nostra provincia ha tutto per essere una sorta di paradiso: è situata al centro esatto del Mediterraneo, una posizione strategica che la rende unica e baricentrica, fondamentale per avviare qualsiasi seria e concreta azione geopolitica di sviluppo economico e culturale in una vastissima area dalle immense potenzialità. Ha un clima mite e temperato, 220 chilometri di coste stupende, una storia millenaria ricca di tradizioni affascinanti e possiede tesori archeologici e artistici dal valore inestimabile. È tra i pochi territori al mondo in cui, partendo dalla costa, si arriva in alta montagna in poco più di mezz’ora e, pur trovandosi nella punta dello stivale, è di facile accesso grazie alla presenza dell’aeroporto, del porto, della ferrovia e dell’autostrada. È una terra generosa dove crescono frutti preziosi tra cui un vero e proprio tesoro della natura come il bergamotto ed ha una produzione enogastronomica d’eccellenza che esporta in tutto il mondo. È, infine, una delle quattordici Città Metropolitane italiane con quel che ne consegue in termini di opportunità e possibilità di sviluppo.

Reggio, città allo sbando: la ricetta di Aloisio per uscire dal pantano

Quindi, se vogliamo uscire dal gigantesco pantano in cui ci siamo cacciati sono questi i presupposti su cui far riferimento: le nostre immense ricchezze ad oggi non sfruttate. Dobbiamo essere in grado, partendo da esse, di creare volani di crescita concreti e sostenibili valorizzando, senza snaturarle, le nostre straordinarie peculiarità. Per far ciò, però, si deve abbandonare l’approssimazione e la superficialità che troppo spesso hanno caratterizzato il governo del nostro territorio, lavorando con costanza, metodo e programmazione perseguendo una visione chiara e condivisa. Si deve partire dal “qui e adesso” andando verso orizzonti lontani, tenendo la barra dritta nonostante le avversità, confidando in un progetto definito, in una strategia di sviluppo multidisciplinare che, individuando obiettivi a breve, medio e lungo termine, ci fornisca risposte e soluzioni restituendoci al contempo ciò che ci è stato rubato negli ultimi decenni: la fiducia, la speranza, il sentimento di unità, l’orgoglio di sentirci reggini. Tutto questo può accadere solo se le migliori forze dell’area metropolitana decideranno di unirsi, al di là di appartenenze politiche, strumentali distinguo e diversità molto meno divisive di quanto conviene far apparire, focalizzandosi su chiari, specifici punti che possano diventare fattor comune per tutti.

Patto trasversale tra politica e società civile

Per raggiungere questo obiettivo reputo indispensabile la realizzazione di un patto trasversale tra politica e società civile che porti alla creazione di uno “strumento” concreto, così da convogliare e coinvolgere energie e competenze atte a redigere un piano di sviluppo, realistico e percorribile, che tenga conto di tutte le innumerevoli variabili insite in una tale, ambiziosa operazione. Perché, quindi, non creare anche a Reggio, così come è stato fatto in tante altre città con risultati positivi, un organismo pubblico/privato con il precipuo compito, grazie all’apporto di esperti in vari settori organizzati in tavoli tematici, di stilare, coordinare e monitorare un Piano Strategico integrando, completando e ampliando quello già esistente, che abbia come orizzonte almeno i prossimi dieci anni?

C’è assoluto bisogno di uno sforzo collettivo che possa realmente e non solo a parole, quelle troppo spesso utilizzate come vuoti slogan elettorali, portare a una gestione condivisa di scelte, ormai indifferibili e urgenti, per garantire il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Reggio, Aloisio: ‘Sfruttiamo il Pnrr, il Decreto Reggio e il Pon Metro’

Possediamo diverse “munizioni” da utilizzare in questa battaglia per la sopravvivenza e la crescita del nostro territorio. Ad esempio le ingenti risorse (anche se ridotte rispetto a quelle che ci spetterebbero) che arriveranno con il Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che potrebbero veramente fare la differenza se utilizzate in maniera efficace. Inoltre siamo una Città di rango metropolitano con tutto ciò che ne consegue in termini opportunità, poteri, rappresentatività, prestigio e risorse economiche disponibili come, ad esempio, il Pon Metro. Continuiamo ad essere tra le regioni europee meno sviluppate, agevolati, perciò, nella fruizione dei fondi comunitari e destinatari di interventi dedicati. Abbiamo uno strumento come il Decreto Reggio che ci consente una grande flessibilità di azione potendo spaziare in diversi campi.

Disponiamo, quindi, di una buona base di partenza per risorgere e fare diventare Reggio la grande città che ha il diritto di essere, affrontando a viso aperto avversità e ingiustizie che discendono, per larga parte, dall’attuazione di un federalismo monco, trasformatosi nei fatti, anche grazie alla complicità silente dei nostri rappresentanti politici, da cooperativo, come prevede la Carta Costituzionale, a competitivo. Un sistema perverso e iniquo che, e si è visto anche con la ripartizione delle immense risorse del Recovery Found, supporta e sostiene soprattutto i territori già floridi scippando decine di miliardi a quelli in difficoltà continuando, di conseguenza, ad ampliare il divario tra il Nord e il Sud dell’Italia.

Sono convinto che non sia più possibile tollerare tali disparità ed è per questo che, oltre a utilizzare al meglio gli strumenti già a nostra disposizione, abbiamo il diritto, oltreché il dovere, di pretendere ulteriori interventi dallo Stato che non siano però “spot”, ma strutturali, così da colmare, in parte, il “gap” che, di fatto, divide l’Italia in due: penso, solo per fare qualche esempio, oltre a un grande piano di rilancio infrastrutturale già parzialmente previsto dal Pnrr ma che dovrebbe essere ulteriormente ampliato (mi riferisco al riammodernamento della 106, al retroporto di Gioia Tauro, alla realizzazione di una “vera” alta velocità ferroviaria ma anche al Ponte sullo Stretto, una struttura a mio parere indispensabile per rendere competitive Sicilia e Calabria col resto d’Europa e, al contempo, unire realmente Messina a Reggio creando, così, una formidabile area economica con enormi benefici per le due sponde) alla creazione di Zone Franche Estese, sulla falsariga delle ZFU, adeguatamente finanziate che, oltre ad agevolare gli imprenditori locali, renderebbero appetibili i tanti territori disagiati del meridione, a cominciare dal nostro, ai grandi investitori italiani ed esteri.

Sta a noi, a tutti noi, operare in sinergia e concordia per combattere le prevaricazioni e le umiliazioni che la nostra città e la nostra provincia continuano a subire operando uniti sotto un’unica bandiera: quella della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

L’alternativa è di rimanere divisi in fazioni, fuori dal tempo e da ogni buon senso, avendo come unico triste obiettivo di acquisire un minimo potere utile solo a governare quello che rimarrà di un territorio sempre più desertificato e strangolato dalla povertà: un devastante cumulo di macerie economiche e sociali”.