Reggio, liberata l’area dell’ex Polveriera: la storia delle baracche anni ’50: le più longeve della città
Apposta la parola 'fine' ad un ghetto che ha più di 70 anni. Oggi termina la ghettizzazione della baraccopoli
16 Luglio 2025 - 12:57 | di Vincenzo Comi

Sono ancora in corso le attività di demolizione e di sgombero dell’area dell’ex Polveriera nel quartiere di Ciccarello a Reggio Calabria. Tecnici, agenti delle Forze dell’Ordine, associazioni e addetti ai lavori stanno monitorando l’intera zona sin dalle prime luci dell’alba di questa mattina, per consentire il regolare svolgimento delle operazioni.
Un risultato storico se pensiamo alle origini della baraccopoli e al tempo trascorso dalla sua costruzione.
La baraccopoli rom dell’ex Selleria di Ciccarello ha avuto origine intorno alla seconda metà degli anni ’50 a seguito dell’alluvione che ha interessato anche il torrente Sant’Agata. Il tragico evento ha causato la morte di una bimba rom e il parroco di Modena dell’epoca, don Lillo Altomonte ha proposto la sistemazione di alcune famiglie all’interno dell’area militare spostandoli e allontanandoli di fatto da alcune aree a rischio nei pressi del torrente. Sono state poi costruite sul terreno demaniale le prime baracche in cartone, lamiera e legno.
Negli anni però si sono alternati periodi di abbandono, incuria e microcriminalità che hanno determinato lo sviluppo di un vero e proprio ghetto.

La zona, che ha ospitato al suo interno oltre trenta famiglie, viene oggi liberata grazie all’intervento dell’amministrazione Falcomatà, iniziato nel 2018, con la sistemazione in altri alloggi di beni confiscati.
Ad oggi, rimane e persiste all’interno dell’area dell’ex Polveriera un solo nucleo familiare, composto da mamma e figlia che rifiuta l’alloggio proposto dagli organi competenti.
In attesa di sciogliere l’ultimo nodo, il risultato dell’amministrazione è sicuramente positivo e storico se si pensa alle origini del ghetto.