Caso Castorina, Minicuci condanna il Pd e annuncia: “Minoranza pronta a dimettersi in gruppo”
L’ex candidato a sindaco del centrodestra detta la linea dell’opposizione. Ma i partiti non si sono ancora determinati
18 Dicembre 2020 - 20:39 | di Claudio Labate
Forse per il Pd il rispetto delle basilari regole democratiche significa speculare? Forse per il Pd vedere l’uomo di maggior spicco in Consiglio Comunale, primo eletto tra le fila del centrosinistra e vicinissimo politicamente al Sindaco Falcomatà (quest’ultimo le cui firme sono servite per notificare la nomina di circa 70 Presidente di seggio) agli arresti domiciliari con l’accusa di aver falsato le operazioni di voto in diverse sezioni elettorali, significa voler strumentalizzare la vicenda?
Pd paradossale
Se lo domanda in una lunga nota l’ex candidato a sindaco per il centrodestra Antonino Minicuci rispedendo al mittente, e cioè il Pd, l’accusa di strumentalizzazione di quanto accaduto rivolto alla minoranza di Palazzo San Giorgio.
“Il Partito Democratico su questa vicenda ha messo le mani avanti, affermando che non si tratta di un’inchiesta sulle elezioni ma solo su Castorina e Giustra. Dichiarazione paradossale – commenta Minicuci – come a voler dire che Castorina e Giustra avessero operato in modo illegale per truccare una partita di calcio, non le elezioni comunali reggine e non in favore del Pd stesso”.
Pronti a dimetterci
Oltre ad attaccare il Pd, Minicuci fa anche un’affermazione forte:
“ritenendo inaccettabile quanto accaduto e ritenendo l’attuale maggioranza in sede di Consiglio Comunale del tutto (auto)privata di qualsivoglia credibilità, il sottoscritto e tutti i consiglieri di minoranza sono pronti a rassegnare le dimissioni in gruppo. Per senso di responsabilità e di dovere, lo stesso passo chiediamo ai consiglieri di maggioranza”.
Non si capisce se quella di Minicuci sia una iniziativa personale o se la stessa sia stata concordata con i capigruppo del centrodestra in Consiglio. Non è un fatto di poco conto all’interno di una opposizione che si è già divisa rispetto al caso Ripepi e alla opportunità delle sue dimissioni dopo la storiaccia di abusi su una minore in cui si è ritrovato coinvolto.
Le dimissioni sono un fatto molto personale, e nel caso in specie non sembra ci siano “ordini di partito” rispetto al da farsi.
Negli ambienti azzurri e di Fratelli d’Italia non si parla di un vero e proprio confronto sul tema, e si predilige la linea per così dire istituzionale. Si vorrebbe cioè portare in Consiglio la questione per sviscerarla e solo dopo determinarsi.
Annunciare alla città un gesto così clamoroso potrebbe generare malintesi e false aspettative che non farebbero bene alla minoranza.
E d’altra parte nella nota, non sottoscritta dai partiti della coalizione, ma inviata dal suo ufficio stampa, Minicuci prova a mettersi nei panni dei famigliari e dei parenti delle persone (defunte o bloccate in casa) che secondo le indagini sono risultate regolarmente tra i votanti, afferma:
“Non c’è alcuna volontà di fare retorica o facile sentimentalismo, ma una sincera amarezza nel vedere come sono stati trattati i reggini alle ultime elezioni comunali. A loro, a nome personale e credo anche di tutta la minoranza in sede di Consiglio Comunale, porgo le mie scuse”.
Giustizialismo a corrente alternata
Per dar forza al suo attacco contro il Pd, Minicuci cita anche l’intervento del Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra (“Alle elezioni comunali di Reggio Calabria hanno votato anche morti”, ha detto), e poi affonda:
“Che strano partito il Pd, giustizialista a corrente alternata. Garantista con i suoi e feroce con tutti gli altri. La legge, per il Partito Democratico, si interpreta per gli amici e si applica per tutti gli altri. L’ultima conferma è arrivata in questi giorni: a Reggio Calabria gli organi inquirenti hanno scoperchiato un verminaio che vede implicati uomini di spicco del partito di Zingaretti. Antonino Castorina infatti è capogruppo consiliare del Partito Democratico nonché membro della direzione nazionale del PD, su richiesta del Procuratore Bombardieri e del Procuratore Aggiunto Dominijanni è stato posto agli arresti domiciliari, al pari de Presidente di seggio Carmelo Giustra”.
Minicuci ricorda che oltre agli anziani che avrebbero votato a loro insaputa vi sono pure (almeno sino al momento) 4 defunti.
“Evidentemente talmente estimatori di Castorina e di Falcomatà da essere tornati dall’oltretomba per indicare le proprie preferenze. Sorvolo per il momento sul meccanismo perverso messo in atto dai due arrestati, ai quali tuttavia va riconosciuto l’indubbio merito di aver agevolato al massimo lo sforzo fisico necessario per recarsi al seggio e quello mentale per decidere a chi destinare il proprio voto”.
L’ironia poi lascia il passo all’amarezza:
“Basta con questo imbarazzante circo, c’è un limite sopportabile rispetto ai furti di democrazia e agli imbrogli orchestrati alle spalle di avversari politici e cittadini. Limite che, in attesa della conclusione delle indagini che potrebbe ulteriormente allargare i confini dell’illegalità, è già stato abbondantemente superato”.