Reggio, prosegue la protesta dell'imprenditore Quattrone: 'Sono un 'mafioso' innocente'

Arrestato e poi assolto, dichiara Quattrone: "Che mi risarciscano di tutti i sacrifici, che mi ridiano tutti i beni che mi hanno confiscato"

Reggio Calabria, prosegue in piazza Italia la protesta pacifica di Quattrone Francesco Gregorio, detto Ioli, imprenditore reggino classe ’57 arrestato e poi assolto e che dal 2010 ha visto la sua attività di ristorazione sequestrata per associazione di tipo mafioso.

Il signor Quattrone da stamattina è in attesa di risposte davanti alla Prefettura di Reggio Calabria, e commenta così ai nostri microfoni la sua situazione:

Protesta Quattrone

“Come evoluzione fino al momento poco o nulla, se non fosse per un’altra manifestazione che ho fatto alla Corte d’Appello dove devono emanare ancora una sentenza per me. Non ho visto nulla, solamente un fatto “dormiente”: praticamente, da quello che dicono le carte, sono un innocente, sono un mafioso innocente, e un mafioso innocente non può avere i sacrifici di 70 anni di lavoro fermi. Si stanno rovinando tante famiglie ferme, a parte la mia, che lavoravano, senza uno sbocco. Non vedendo nulla e non avendo possibilità economiche per potermi muovere, l’unica soluzione che trovo è quella di manifestare qua o in altri posti, e di avere voce tramite voi, tramite le televisioni, perché sono sicuro che se io sono innocente come le carte già riportano, prima o dopo qualcuno deve fare chiarezza sul mio caso”.

Prosegue Quattrone con le motivazioni della sua protesta e le sue richieste:

“Intanto che mi risarciscano di tutti i sacrifici, che mi ridiano tutti i beni che mi hanno confiscato, perché l’errore, secondo quello che dicono le carte, è che prima mi hanno confiscato tutto e poi mi hanno assolto perché il fatto non sussiste, quindi questo è già un’errore. Anche se mi danno indietro i beni, come mi diceva qualcuno, mi hanno causato tanti debiti: i curatori non essendo del settore ne hanno fatti tanti. Almeno che mi congelino questi debiti, che non ho fatto io. Quando gli ho dato i locali erano attivi e senza debiti”.

Spiega ancora Quattrone:

“Io non ho soldi. Quando confiscano tutto, non lasciano nulla: né conti bancari, né soldi, né altro, quindi io non ho soldi per difendermi. A parte la Vazzana di Melito, uno degli avvocati professionisti del settore è l’avvocato Lauria di Palermo: lui mi ha dato intanto ragione sulle carte che ha letto, mi sta seguendo e stiamo cercando di venire a capo. Gratuitamente”.

Conclude Quattrone:

“Io dovevo andare a Roma, dovevo andare al palazzo del Governo a Roma, però naturalmente non avendo possibilità economiche (e la mia salute non mi aiuta), ho trovato questo palazzo del Governo di Reggio Calabria, che secondo me è come Roma, in questo territorio. Sono venuto qua per parlare con il prefetto, perché il prefetto mi dia una mano d’aiuto a fare chiarezza su qualcosa, oppure che mi dia qualche attività per incominciare a lavorare. In attesa dell’evoluzione finale”.