Reggio, città mai così in stand-by. Tutti in attesa del Falcomatà Day

Cinque giorni al Falcomatà Day. Città mortificata sempre più in un limbo. Cittadini ormai sfiduciati e avviliti

Meno di una settimana al Falcomatà Day.

Il 25 ottobre è ormai dietro l’angolo e tutti in città attendono quel giorno per conoscere il futuro politico di Reggio Calabria.

Il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà rientrerà o no a Palazzo San Giorgio? Cosa deciderà la Corte di Cassazione in merito all’ormai celeberrimo processo Miramare?

E’ questa la domanda che cittadini, politici e addetti ai lavori si fanno. La risposta arriverà molto probabilmente solo nella tarda serata di mercoledì, quando si verrà a conoscenza della decisione presa dall’interno del Palazzaccio.

Tutti con il fiato sospeso dunque in attesa dell’udienza dell’anno. Rimane ignoto, fino a quel giorno quindi, il futuro di Reggio. Ciò che è certo invece è l’attuale e totale immobilismo della città. La macchina amministrativa, che già camminava a rallentatore, nonostante gli sforzi dei due sindaci facenti funzione, adesso sembra abbia messo davvero le quattro frecce rientrando ai box, in attesa del Falcomatà Day.

Le uscite degli inquilini di Palazzo San Giorgio si fanno sempre più timide. E nonostante qualche rara iniziativa dell’amministrazione, pochi sono i reali passi in avanti della città. Se pensiamo ai cantieri ad esempio, la situazione è semplicemente imbarazzante.

Tutti fermi. Parco Lineare Sud, parcheggio di via Rausei, palestra di San Giovannello, palazzo di Giustizia, tapis roulant, solo per citarne alcuni. L’unico ad andare avanti è quello di piazza De Nava e solo perchè la regia è del Ministero della Cultura.

Da quel 9 novembre 2022, giorno della conferma della condanna in secondo grado del sindaco Falcomatà, poco, anzi pochissimo è cambiato in città.

I reggini hanno vissuto in un limbo. Hanno sopportato i vari battibecchi della politica nostrana, fatta di cambi di casacca, giravolte, ripicche e rivalse degne del peggior compagno di scuola con consigli comunali tutt’altro che proficui, scadendo spesso nel ridicolo.

“La città ha retto bene il colpo. Adesso dovrà resistere”.

Queste le parole di Falcomatà a pochi minuti dalla condanna in secondo grado. Era l’8 novembre del 2022.

In realtà la città è più che mai mortificata. I cittadini sono avviliti e impazienti di voltare davvero pagina. E in pochi credono in una svolta in zona cesarini. Se rientro a Palazzo San Giorgio dovesse essere, Falcomatà ha numerose gatte da pelare, sia politiche che giudiziarie. Difficile quindi che possa riprendere in mano la situazione.

I problemi di una città che dovrebbe vivere di solo turismo rimangono. E sono sempre gli stessi. In primis, acqua, strade e rifiuti.

Intanto a fronte degli altri guai giudiziari il Pd tace, il centrodestra pure. Tutti muti, in attesa del 25 ottobre.

Dopo mesi di immobilismo, vivremo quindi ancora giorni di quiete e apparente tranquillità politica. In attesa della ‘tempesta’, in un senso o in un altro del 25 ottobre…

Da quel giorno il quadro politico cambierà. E ci auguriamo sia così, ovviamente in meglio anche per la nostra città.