Operazione Medusa: la DDA di Reggio scopre e sgomina 4 organizzazioni criminali. 43 indagati

La rete di trafficanti era responsabile di decine di sbarchi sulla rotta del Mediterraneo orientale

questura

La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria guidata dal dott. Giuseppe Lombardo, nei confronti di 25 soggetti di nazionalità turca, irachena, georgiana, russa, moldava e ucraina, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti e del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso, con l’aggravante della transnazionalità, nonché del reato di ricettazione.

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Rete articolata su quattro organizzazioni tra Europa e Mediterraneo

L’operazione, scattata all’alba di oggi in Italia, Georgia, Ucraina, Turchia, Moldavia e Grecia, riguarda ulteriori 43 cittadini stranieri indagati in stato di libertà per i medesimi titoli di reato.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte dagli investigatori della Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, hanno consentito di ricostruire un network internazionale criminale articolato su quattro distinte organizzazioni perfettamente strutturate per garantire il passaggio dei migranti clandestini dai porti della Turchia fino alle coste italiane, lungo la rotta del Mediterraneo orientale.

Secondo quanto emerso dalle indagini, le associazioni avrebbero operato in maniera sinergica, nell’ambito di una rete transnazionale specializzata nel traffico clandestino di migranti, con precisa distinzione di compiti e finalità.

In particolare, la “frangia ucraina” e la “frangia moldava” avrebbero avuto il compito di reclutare gli scafisti; della “frangia georgiana” avrebbero fatto parte gli intermediari finanziari e gli istruttori alla navigazione (la Georgia infatti emergeva come luogo di addestramento degli scafisti e sede del gruppo operativo, oltre che terminale dei finanziamenti/pagamenti).

In ultimo, la “frangia turca”, operativa fra la città di Istanbul e i diversi luoghi di imbarco delle coste turche, con il compito di organizzare le partenze e gestire i rapporti con i migranti da trasportare ed i loro parenti.

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Cooperazione internazionale e supporto di Europol e Eurojust

Avviata dalla Procura Distrettuale Antimafia reggina, la cooperazione internazionale ha riguardato, in un primo momento, le Autorità di Polizia, interessando i collaterali organismi di Turchia, Ucraina, Malta, Polonia e Grecia. Parallelamente, l’Agenzia EUROPOL ha elaborato alcuni report di analisi sulle convergenze investigative emerse sul piano internazionale nei confronti dei target di interesse.

Sulla base dei dati acquisiti, in un complesso lavoro di coordinamento agito dalla DDA di Reggio Calabria e dalla DNA, sono stati poi sollecitati, tramite lo strumento dell’Ordine di indagine Europeo (OIE) o di Mutual Legal Assistance Request (MLA), gli Uffici di Procura di Malta, Polonia, Grecia, Albania, Georgia, Montenegro, Turchia, Slovacchia, Ucraina, Moldavia.

L’importante contributo di EUROJUST, EUROPOL e SERVIZIO per la COOPERAZIONE INTERNAZIONALE di POLIZIA ha consentito anche l’esatta identificazione all’estero degli indagati.

Disposto anche il sequestro di tre milioni e trecentomila euro considerati provento dell’attività criminale.

Le indagini sono ancora in fase di indagini preliminari e gli indagati vanno considerati non colpevoli fino a sentenza definitiva di condanna.