Viola, a Palazzo San Giorgio la cerimonia per rivivere le origini del mito neroarancio

"Ricordo il giudice Viola saltare in aria, sotto la doccia, mai più successa questa cosa. Un anno indimenticabile" il ricordo di Bianchi

Si era detto all’inizio di questa stagione, attorno al mondo Viola c’è un’atmosfera positiva. Lo ha confermato in queste ore il presidente Laganà, il progetto va avanti con armonia ed entusiasmo e il lavoro di coach Cigarini sta dando i suoi frutti.

Ad accendere ancor più l’interesse e il calore del popolo neroarancio la cerimonia di stamane a Palazzo San Giorgio, organizzata da Viola e ViolaInside in occasione del 40° anniversario della prima storica promozione in A della Viola. Momenti di nostalgia e voglia di tornare grandi si sono mescolati nel Salone dei Lampadari alla presenza della prima squadra con gli attuali ‘eroi’ in maglia neroarancio, lo staff tecnico, la dirigenza, il Trust, gli sponsor che stanno accompagnando il percorso della Viola.

E poi loro, le ‘vecchie glorie’, gli uomini che hanno reso grande il nome Viola e hanno dato origine al mito e a un movimento, quello del basket reggino, che ha messo Reggio Calabria di diritto tra le piazze più importanti della pallacanestro italiana.

La cerimonia

Erano presenti infatti alcuni dei giocatori che hanno portato nella stagione ‘82-’83 la Viola in serie A dopo la vittoria ai playoff contro Pavia, e che l’anno successivo, sempre allenati dal mitico coach Benvenuti, hanno disputato la prima stagione tra i grandi del basket nostrano:  Mario Porto, Massimo Bianchi e  C.J. Kupec.

Anche le istituzioni reggine hanno partecipato alla cerimonia con la presenza del consigliere delegato Giovanni Latella, che ha affermato:

“Da ragazzino seguivo Kupec, Hughes, Campanaro, che erano delle star, e sentivo alla radiolina quelle partite fantastiche e che ricordo in maniera bella, perchè la Viola rappresenta nella città di Reggio Calabria l’eccellenza dell sport, ha creato le condizioni per essere protagonista a livello nazionale e internazionale. Qualcosa di speciale per il nostro territorio, e di cui dobbiamo essere orgogliosi”.

Il Salone è gremito ma c’è un silenzio di tomba quando sullo schermo scorrono le immagini di quegli anni sulle note di “Ralph supermaxieroe”. Con la conduzione di un emozionato Giovanni Mafrici ha preso la parola anche C.J Kupec, che ha ricordato la sua esperienza in riva allo Stretto:

“Quando siamo arrivati nell’83 non conoscevo Reggio Calabria come squadra di basket, ma conoscevo Kim Hughes, ci avevo giocato contro a livello universitario. E finalmente giocavo con lui, avevo l’opportunità di giocare con Kim, e con Campanaro, con Max (Bianchi), che per me era un piccolo Mike D’Antoni. Siamo qua, e siamo contentissimi. Ieri sera abbiamo cenato con Max, e non so se questo è stato il segreto del nostro successo: siamo stati amici, in campo ma anche fuori. Se c’era un problema per qualcuno gli altri erano li ad aiutarlo”.

Giusva Branca racconta l’inizio di quel percorso, con la prima decisione fondamentale per l’inizio del mito: il viaggio a Roma dell’ing. Scambia e del presidente Viola per l’ingaggio di coach Gianfranco Benvenuti. Quindi la campagna acquisti con l’arrivo a Reggio di Mark Campanaro che fece crescere il progetto neroarancio, gli schemi, la stagione complicata, fino alla prima storica promozione in A.

Poi il racconto e i ricordi di Massimo Bianchi, play, allenatore, bandiera neroarancio che ricorda la soddisfazione del giudice Viola:

“Ricordo il giudice saltare in aria, sotto la doccia, mai più successa questa cosa. Un anno indimenticabile, e quel gruppo fu anche rafforzato. Ricordo vi fu un draft per scegliere gli americani che avevano già giocato in Italia, e noi scegliemmo Hughes. Poi – scherza Bianchi – al secondo giro scegliemmo C.J. Kupec”.

Ancora immagini dei giocatori e delle formazioni in bianco e nero sulle note di “Heroes” di Bowie, le parole del giudice Viola e di Scambia, le interviste dell’epoca, le riprese della costruzione ‘lampo’ del Botteghelle, e in sottofondo gli applausi costanti della sala, gremita di tifosi e maglie arancioni.

Per suggellare il ricordo di quegli anni e di quella squadra Gaetano Gebbia, presidente di ViolaInside, ha consegnato al consigliere Latella e ai protagonisti di quegli anni un dipinto realizzato dall’artista Giulio Manglaviti.

Una giornata dedicata alla passione per questa squadra, con la speranza che questo entusiasmo contagi sempre più la città. Ora però testa al presente e a Ragusa: c’è un primo posto da difendere, e un sogno da continuare a coltivare.