Reggio, Camera di commercio: "Aumentano i risparmi ma continua la morsa del credito"

L’ammontare del credito erogato al sistema produttivo è sceso a quota 1,2 miliardi di euro, registrando un -11,6%

Nonostante l’aumento delle quote risparmio, sia delle famiglie che delle imprese – complessivamente il +2,4% rispetto al dato rilevato a giugno 2018 – il sistema bancario della Città metropolitana di Reggio Calabria porta avanti una politica del credito restrittiva, con gli impieghi bancari che subiscono un’ulteriore battuta d’arresto.

“Complice un ciclo economico incerto, le strategie bancarie di sostegno agli investimenti produttivi continuano a penalizzare eccessivamente Reggio Calabria, nonostante alcuni segnali di miglioramento registrati sul fronte dei risparmi. Ciò evidenzia quanto sia importante come sistema imprenditoriale lavorare sul clima di fiducia degli operatori, affinchè le relazioni economiche tra i principali attori dell’economia locale possano offrire slancio alla crescita”. Questo il commento a caldo del Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana.

I finanziamenti cumulativamente concessi nel territorio reggino ammontano a 4,3 miliardi di euro, in diminuzione del -4,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In Calabria come nel territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria, la quota maggiore di credito è “assorbita” dalle famiglie e non dalle imprese, a comprova di come l’accesso al credito sia fra le problematiche maggiormente avvertite dal tessuto imprenditoriale locale. L’ammontare di credito erogato al sistema produttivo, infatti, è sceso a quota 1,2 miliardi di euro, registrando un -11,6% nell’arco temporale analizzato.

Sulla “stretta” del credito incide un indice sintetico di rischiosità, dato dal rapporto tra l’ammontare degli impieghi in sofferenza e il totale dei prestiti concessi dalle banche, pari al 9,6%, più elevato di quello registrato a livello regionale (8,9%) e nazionale (4,8%); si tratta tuttavia di un’incidenza in generale diminuzione rispetto all’anno precedente.

Il rapporto conflittuale fra banche e territorio si ripercuote anche sui tassi di interesse per rischi a revoca, di gran lunga superiori ai dati medi nazionali. Nel I trimestre 2019, il costo di una linea di credito è stato pari all’8,1%, in linea con il dato regionale ma significativamente più elevato rispetto al dato medio nazionale (5,5%). Come è ovvio, il tasso alle imprese è più elevato rispetto a quello applicato alle famiglie (8,6% contro il 4,6%). Le condizioni di onerosità sono rimaste sostanzialmente inalterate rispetto a giugno del 2018: i tassi di interesse sono aumentati di un decimo di punto per il settore produttivo e sono diminuiti di 8 decimi di punto per le famiglie.

I dati economico-statistici complessivi sono scaricabili dal sito istituzionale della Camera www.rc.camcom.gov.it – Sezione Comunicazione – Newsletter trimestrale di informazione economica.