Reggio e dissesto finanziario, il prof. Castrizio: "Reggio? Un ramo secco, è già morta"

"E' da 40 anni che non vedo un progetto economico per questa città". Le parole di Daniele Castrizio ai microfoni di CityNow sul probabile dissesto finanziario. Cosa accadrà?

Per il Comune di Reggio Calabria arriva l’ennesima batosta. La notizia degli ultimi giorni in merito al nuovo piano di risanamento del bilancio comunale giunta a seguito della sentenza della Corte Costituzionale e che anticipa un probabile dissesto finanziario crea scompiglio tra gli addetti ai lavori e non solo.

In città non si parla d’altro e mentre Palazzo San Giorgio prende tempo nella speranza di un miracolo (Falcomatà, si relazionerà nei prossimi giorni con il Governo nazionale) i cittadini si domandano cosa accadrà nell’ipotesi di dissesto finanziario non solo dal punto di vista politico, ma soprattutto sotto l’aspetto sociale, economico e culturale.

Lo abbiamo chiesto ad uno dei maggiori conoscitori della nostra città, professore universitario, ‘saggio’ della nostra città, profondo conoscitore delle dinamiche culturali e sociali del popolo reggino.

“Ho appreso la notizia dai giornali solo stamattina e sono davvero angosciato – spiega ai nostri microfoni Eligio Daniele Castrizio, docente e studioso della Calabria e del territorio reggino – La verità è che siamo comunque condannati al dissesto perchè non siamo mai riusciti e non riusciremo mai a fare un bilancio che sia veritiero. A prescindere da chi governa, sappiamo che il 40 % della gente non paga le tasse e quindi il bilancio è difettato e alterato e lo sarà sempre. Viviamo in un Paese di delinquenti e a questo punto il problema, che non è imputabile alla singola amministrazione, dovrà essere risolto a Roma. Siamo da molti anni ormai obbligati ad una politica di austerity che ci condanna a tagliare fondi in ogni settore costringendo i giovani ad emigrare. Cui prodest?”

Il professore reggino Daniele Castrizio si domanda a chi convenga una politica di questo genere.

“Non riesco a comprendere come mai una città come Torino riesca a garantire importanti servizi nonostante gli enormi debiti e noi invece non riusciamo a garantire i minimi servizi? Lo Stato non vedrà mai i soldi, il problema è politico e non locale. Siamo già condannati e siamo già morti perchè non abbiamo soldi e non abbiamo una politica culturale ed economica. Non abbiamo più un’identità e non riusciamo a capire come e in che modo si muove l’economia poichè non ci sono soldi e a quanto pare non ce ne saranno. Le iniziative culturali hanno dei costi e noi non possiamo sostenerli e quindi siamo già destinati”.

E allora, quale la soluzione?

“Se vogliamo promozionare le nostre bellezze servono soldi. E’ inutile nasconderci. E’ da 40 anni che non vedo un progetto economico per questa città. Abbiamo la terra più fertile al mondo con produzioni uniche e abbiamo al contempo il più alto tasso di disoccupazione. Non era mai successo in 3 mila anni di storia. Reggio Calabria è sempre stata una città che ha forgiato amministratori capaci che hanno sempre studiato, dall’epoca bizantina a quella romana. Oggi Reggio invece è un ramo secco senza futuro”.