Reggio e le antiche cisterne nascoste: 'sopravvissute' alle bombe del 1943

Si tratta di un complesso militare adibito anche a deposito carburanti denominato 'Montevergine' nella zona nord della città

In pochi conoscono le antiche cisterne realizzate intorno al 1940 installate nella zona a nord della città di Reggio Calabria, nel quartiere di Santa Caterina. Il complesso militare, denominato “deposito carburanti Montevergine”, è composto da una serie di opere strategiche per lo stoccaggio e il trasferimento di carburanti ed è stato costruito dall’esercito italiano.

Reggio, le gigantesche cisterne metalliche di Santa Caterina

Cisterne Antiche Reggio Calabria

Custodite tra le vie Vicinale Petti e Montevergine Petti nel noto rione a pochi chilometri dal centro città, sono del tutto sconosciute ai cittadini, negli anni non sono mai state valorizzate ed oggi versano in condizioni di completo abbandono. Il patrimonio storico, che potrebbe aumentare il prestigio di Santa Caterina, e che si affaccia sullo Stretto di Messina, si inserisce in un’area demaniale di una decina di ettari, oggi recintata e ricoperta da una ricca vegetazione.

Le due antiche e gigantesche cisterne metalliche del diametro di circa 40 m e una capienza di circa dieci milioni di litri sono protette da un’intercapedine in cemento armato.

In realtà le cisterne in origine erano tre ma una è stata smantellata e demolita per far posto al complesso polifunzionale Manganelli, la caserma che ospitava i militari per monitorare l’intera area. Le cisterne erano assistite da alcune macchine per il pompaggio dei carburanti, idonee al riempimento dei serbatoi dalle navi cisterna che venivano ormeggiate al porto e tramite un complesso sistema di tubazioni veniva fatto defluire il carburante per riempire i serbatoi delle navi militari.

Ad impreziosire e rendere ancora più affascinante e misterioso il sito, una rete di percorsi ipogei voltati, tuttora esistenti, che congiungevano tra loro le cisterne, la caserma, e una lunga galleria dal tragitto pedonabile.

‘Buried oil tank’, sopravvissute all’attacco degli inglesi

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Ci sono poi capitoli della storia che hanno reso veri testimoni, nonchè sopravvissute, le cisterne. Era il 1943, quando gli aerei spia inglesi, nel mappare le aree e gli obiettivi sensibili da neutralizzare, identificavano proprio i depositi carburante di Santa Caterina, in inglese chiamati “Buried oil tank”.

Così in pieno conflitto mondiale, gli eserciti inglesi decisero di attaccare in quello che lo stesso Churchill definì il “ventre molle dell’Europa”. In particolare si decise di effettuare uno sbarco in Sicilia e dopo a Reggio Calabria. Durante quest’ultima operazione, chiamata Baytown, prima di effettuare l’operazione di sbarco, gli inglesi pianificarono di abbattere le difese del regio esercito italiano, alleato con le forze germaniche, tramite pesanti attacchi aerei.

Il 30 aprile 1943, da alcuni aerei inglesi vennero lanciati volantini su Reggio Calabria avvertendo gli abitanti che presto luoghi sensibili come porto e ferrovie sarebbero stati violentemente bombardati, e che era necessario, per il pericolo di morte, abbandonare immediatamente la città. Il 6 maggio 1943 alle 11,20, formazioni di 50 quadrimotori B-24 Liberator inglesi sganciarono grappoli di bombe sulla città. Tra le aree maggiormente colpite proprio quelle di Montevergine, di Santa Caterina e del porto che vennero quasi del tutto devastate.

Nella zona di Montevergine Santa Caterina, attorno al luogo dove si trova il deposito di carburanti, morirono circa quattrocento persone. Il porto e la stazione marittima antistante vennero distrutti e nel rione di Santa Caterina si contarono circa duemila morti.

Le antiche cisterne, importante testimonianza degli avvenimenti bellici della seconda guerra mondiale, rappresentano dunque, come afferma anche Giuseppe Zangari in uno dei suoi ultimi post, vanno tutelate assieme al cunicolo che conduce sino al porto, così come ha fatto Palermo.

Ed è per questo che risulta oggi indispensabile il loro recupero e la loro valorizzazione.

Caserma Cisterne