Reggio, manifestazione CGIL-CISL-UIL: la nota di Aloisio

E' di tutta evidenza che il divario tra Nord e Sud negli ultimi anni si è ulteriormente ampliato


“La manifestazione nazionale di sabato 22 giugno, indetta unitariamente dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, ha il grande merito di tenere alta l’attenzione sulla mai risolta Questione Meridionale” – è quanto dichiara il Presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio che continua – “l’aver scelto la nostra città come sede di tale evento, dimostra una grande sensibilità e certifica la bontà delle argomentazioni che l’Associazione da me presieduta ha rappresentato in tutte le sedi istituzionali arrivando finanche a incontrare il Ministro per il Sud Barbara Lezzi così da consegnargli un documento contenente proposte concrete e attuabili per il rilancio della nostra provincia rimarcando, al contempo, la disastrosa situazione di un territorio, fanalino di coda dell’Italia e dell’Europa, divenuto per questo e per la pervasiva presenza della Ndrangheta un “unicum” nel panorama nazionale.

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Peraltro, è di tutta evidenza che il divario tra Nord e Sud negli ultimi anni si è ulteriormente ampliato creando, di fatto, un’Italia a due velocità formata da cittadini di serie A e di serie B con uguali doveri ma diversi diritti.

In questa precaria e intollerabile situazione la Calabria e in particolare la Città Metropolitana di Reggio Calabria, si ritrovano ad essere i territori più penalizzati in termini di qualità e quantità di servizi, quelli più poveri e, beffa tra le beffe, spesso anche i più tassati senza che, al momento, si intraveda una soluzione concreta che possa invertire questo trend che ci sta portando pericolosamente sull’orlo dell’abisso.

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Ecco perché, come Confesercenti Reggio Calabria plaudiamo a questa iniziativa che vedrà i segretari nazionali della “triplice” intervenire per chiedere maggior attenzione verso il Sud anche a fronte di un federalismo iniquo e ingiusto che ha reso più poveri i territori disagiati e più forti quelli con maggiori risorse e che, ove mai venisse affiancato dal regionalismo differenziato richiesto da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, darebbe un’ulteriore e mortale mazzata al Meridione trascinandolo verso un’irrimediabile e completa desertificazione economica e sociale”.

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