Reggio Pride, la lettera di un socio: “Reggino medio omofobo e omertoso”

“E la gente, il reggino medio, di questo Gay Pride cosa ne pensa? Niente che non mi aspettassi...”

Riceviamo e pubblichiamo – Si vede che le cose sono cambiate.

Fino a qualche mese fa c’era un’atmosfera plumbea all’interno del comitato Arcigay I Due Mari. C’era poca visibilità tra la gente, poco “rainbow”, solo rare interviste e comunicati stampa sempre molto asettici, molto paludati. Per questo Pride del 27/07/2019, invece, ho visto del vero entusiasmo negli organizzatori, come mai ne avevo percepito in dieci anni.

Ogni settimana due o tra eventi pre-Pride. Diversificati, per includere tutti, un aperitivo, una proiezione, una conferenza con altre associazioni consimili.
Tra tutti voglio segnalare una mostra a Palazzo San Giorgio (a metà giugno) di due talentuosi fotografi del Gruppo Giovani dell’Arcigay I Due Mari, che mi hanno lasciato a bocca aperta con la loro reinterpretazioni di dipinti che coprivano un arco dal Seicento a Magritte, da Schiele ai contemporanei. Ho sentito personalmente il Sindaco complimentarsi con loro e offrire il rinnovo della concessione. Spero proprio che la ripropongano.

E segnalo anche un aperitivo LGBT+, il primo in città, che di lunedì sera raccoglieva anche 40-50 persone. Per Reggio Calabria, un trionfo. 
Quest’anno, col nuovo corso, il comitato può fregiarsi di aver inviato la miglior ambasceria possibile al World Pride di New York. Ubaldo, un’icona del mondo LGBT+ reggino, che non si è mai nascosto, anche in anni meno facili, coi suoi fili di perle e la sua corona, come risposta a chi, nel 2019, ancora sostiene che i gay debbano essere riservati, discreti (per non dire nascosti), e Doretta drag queen , artista ormai di notorietà nazionale e creatrice di uno show seguitissimo, che insieme alle sue Portinaie entusiasma migliaia di persone e porta le tematiche LGBT+ a contatto con gente di ogni estrazione e livello culturale, capillarmente, col sorriso e tanta allegria baraccona, come risposta a chi, ancora oggi, con evidenti residui di vergogna, sostiene che i Pride dovrebbero essere sobri, quasi in giacca e cravatta. È stato un bel fregio per l’Arcigay I Due Mari (e per tutti noi fan), vederli sui TG nazionali aprire la sfilata della delegazione italiana.

Ed è un fatto, inconfutabile, che da anni sono proprio le drag queen i pilastri e le ambasciatrici del mondo LGBT+ reggino.

E la gente, il reggino medio, di questo Gay Pride cosa ne pensa? Niente che non mi aspettassi. La parte più conservatrice, per non dire qualunquista, della cittadinanza scrive banalità sgrammaticate sui social. Il reggino medio più che omofobo sembra, al solito, omertoso: pratica una variante dell’apartheid, tenendo il mondo LGBT+ lontano da sé. Per questo, forse, non si è dedicato un viale o una piazza a Gianni Versace (troppo scomodo) ma si preferisce intitolare un’arena a un demagogo neofascista.

 E la “vecchia guardia” del mondo LGBT+? Oh, loro restano in penombra, fanno “battuage” su Grindr o Badoo, come sempre.

Non mi stupiscono perciò le voci che la prostituzione sia la risposta di molti giovani gay o etero “di confine” alla carenza di lavoro. Né quelle che nel sottobosco LGBY+ reggino, soprattutto tra gli over 40, le malattie a trasmissione sessuale siano diffusissime, quasi pandemiche. Vecchie miserie di vecchi, frustratissimi gay repressi. Domani non ci saranno loro, magari si faranno un festino “riservato” in quel di via Osanna, o in uno dei tanti “cruising” ufficiosi, tanto per festeggiare anche loro, però “old fashion”.

I giovanissimi, invece, rialzano la testa e ci fanno ben sperare. Si espongono, fanno coming out, hanno compreso e assimilato che nel 2019 nessuna casa crolla perché si scopre che il figlio è gay. Si tratta solo di affrontare situazioni più o meno complesse, con tempi più o meno lunghi di accettazione, nient’altro. Soprattutto, col loro vivere sereni e senza vergogne, danno il buon esempio.

A questo punto non resta che prendere le distanze (con un certo disprezzo) dai gay più “attempati”, puntare sui giovanissimi e augurare a tutti un buon Pride. 

In alto gli arcobaleni! In alto la libertà!

Franco Occhiuto (SAMAROBRYN)