"Sorical batte cassa, il Comune piange miseria ed i reggini rimangono senz'acqua"

"Questa società continua a fare il bello e il cattivo tempo". La nota di Potere al popolo riguardante Sorical e l'erogazione idrica a Reggio Calabria

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’associazione “Potere al popolo Reggio Calabria” riguardante la riduzione sull’erogazione idrica. Di seguito il testo integrale.

“È dal 2012 che la Sorical, il carrozzone a capitale misto pubblico-privato che avrebbe dovuto efficientare – con ben scarsi risultati – la gestione del servizio idrico nella nostra regione, si trova in stato di liquidazione. Fu quello uno dei primi segnali della volontà di scappare dalla Calabria da parte della Veolia, potente multinazionale francese che tanti guai ha combinato tra gestione dell’acqua e quella dei rifiuti, nella nostra regione e non solo.

Eppure questa società che avrebbe dovuto chiudere ben presto i battenti, questa SpA – di natura privata quindi e a cui perciò importa ben poco del nostro benessere – continua a fare il bello e il cattivo tempo. Oggi ha imposto una “normalizzazione” della fornitura, cioè una riduzione della quantità di acqua erogata calcolata sul presunto fabbisogno, senza tenere conto però della fatiscenza della nostra rete idrica e quindi della quantità del prezioso liquido che viene sprecata.

Più che una normalizzazione, questa operazione sa quindi di ritorsione rispetto al mancato versamento delle rate del piano di rientro del debito concordato con il Comune reggino, che in questa storia è doppiamente colpevole. Lo è in primo luogo perché ha sottoscritto un piano con un soggetto privato e non lo ha rispettato. Lo è inoltre perché, nonostante le tante denunce fatte negli anni passati da associazioni e movimenti sull’irregolarità delle tariffe applicate dalla Sorical, mai ha fatto nulla per ottenere un ricalcolo del debito.

Questa nuova vicenda legata alla Sorical dimostra ancora una volta quanto gestioni così vitali non possono essere affidate a soggetti di natura privata, anche quando il capitale sociale sia interamente di proprietà pubblica, perché le logiche amministrative rimangono quelle del mercato e del bilancio, non certo della salvaguardia dei bisogni dei cittadini, come i reggini purtroppo sono ancora una volta costretti a verificare sulla propria pelle.