Palazzo di Giustizia, mazzata da 5 milioni di euro per il Comune di Reggio. La Regione revoca i fondi

Il completamento della struttura sarà finanziato dallo Stato, la Regione pretende la restituzione dell’anticipazione. Una batosta per l'amministrazione Falcomatà e le casse comunali di Palazzo San Giorgio

Palazzo Di Giustizia Reggio Calabria (7)

Un decreto della Regione Calabria mette fine a un progetto mai decollato e apre un fronte economico delicatissimo per il Comune di Reggio Calabria. Si tratta del provvedimento di revoca del finanziamento destinato al completamento del Palazzo di Giustizia, opera mai realizzata con fondi regionali, per la quale però oltre 5 milioni di euro erano già stati erogati nel 2017.

Il decreto, pubblicato sul BURC n. 102 del 26 maggio 2025, stabilisce la restituzione della somma di 5.096.479,60 euro, entro 60 giorni, a carico del Comune. In caso di mancato versamento, la Regione avvierà la procedura di esecuzione forzata, con conseguenti interessi e spese.

La cronologia di una vicenda lunga otto anni

Tutto inizia nel 2016, quando la Giunta regionale approva con Delibera n. 448 il finanziamento per il completamento del Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, nell’ambito dei Fondi PAC Calabria 2014-2020. L’intervento viene inserito nel bilancio regionale con un importo complessivo di 16.988.265,32 euro.

Nel 2017, il Comune approva il progetto esecutivo e affida la gara. Il Disciplinare di Finanziamento tra Regione e Comune viene firmato l’11 ottobre 2017. Lo stesso anno, viene erogata una rata di anticipazione pari al 30% del finanziamento, ovvero poco più di 5 milioni di euro.

Da quel momento in poi, però, il progetto si blocca. I cronoprogrammi trasmessi dal Comune prevedevano l’utilizzo delle risorse entro il 2018, ma l’avanzamento effettivo dell’intervento non ha mai rispettato le scadenze.

Il passo indietro del Comune e l’intervento del Ministero

Nel 2024, la Regione avvia formalmente l’iter di revoca del finanziamento, rilevando il mancato rispetto degli obblighi del disciplinare.

Il Comune di Reggio Calabria, nel frattempo, comunica alla Regione che il Ministero della Giustizia ha assunto l’onere di finanziare integralmente l’opera, rendendo di fatto superfluo il contributo regionale.

In parallelo, l’amministrazione comunale propone di reimpiegare i fondi residui – circa 12 milioni – per altri interventi, in particolare per l’ammodernamento della mobilità urbana. Ma la Regione rifiuta questa ipotesi: i fondi PAC 2014/2020 devono tornare nel bilancio regionale.

regione comune

La richiesta di restituzione e le conseguenze

Il 20 giugno 2024, con nota ufficiale, la Regione Calabria chiede al Comune la restituzione della somma ricevuta nel 2017, ma non riceve alcuna risposta.

A maggio 2025, la Regione emana il decreto di revoca del finanziamento e ingiunge al Comune di restituire l’importo entro 60 giorni dalla notifica, con versamento sulla tesoreria unica della Regione. In caso contrario, scatteranno le azioni coattive di recupero, come previsto dalla normativa regionale.

Un colpo alle finanze comunali

La somma richiesta dalla Regione rappresenta un impegno finanziario molto gravoso per il Comune di Reggio Calabria, già alle prese con una situazione economica delicata, con il piano di riequilibrio appena lasciato alle spalle. Il rischio concreto è che questa vicenda, con l’importante richiesta di 5 milioni di euro da pagare entro 60 giorni, finisca per appesantire in modo sensibile la tenuta dei conti pubblici locali.

Sul piano politico, il provvedimento probabilmente allargherà la frattura istituzionale tra Comune e Regione. La vicenda dell’attribuzione delle deleghe, con il sindaco Falcomatà sempre più sul piede di guerra contro la Regione, soltanto l’ultima questione in ordine temporale che ha visto e vede scintille tra le parti. Ad un anno dalle elezioni comunali in riva allo Stretto, che saranno poi seguite dalle elezioni regionali, il clima si fa sempre più incandescente.