Rhegium Julii, un'altra serata da incorniciare con Badolati e Mazzotta ai Caffè letterari

Ospite dell’incontro di lunedì 24, Arcangelo Badolati, che insieme a Peppino Mazzotta, ha scritto il libro:”Muori cornuto”

Dopo i saluti del Presidente del Circolo del tennis Igino Postorino, ha introdotto l’incontro il Presidente del Rhegium Julii, dr. Giuseppe Bova, che con forza ha ribadito l’importanza di recuperare la nostra identità, non dimenticandoci mai di parlare degli uomini migliori del nostro territorio presenti e passati, che offrono tanto lustro alla letteratura calabrese e italiana, ma, purtroppo, sono  messi da parte nonostante il loro spessore culturale.

Ha preso poi la parola la relatrice Anna Foti che, da par suo, ha relazionato sul valore storico e letterario del libro scritto a quattro mani dal giornalista scrittore Arcangelo Badolati e dall’attore Peppino Mazzotta, (famoso interprete di Fazio, il braccio destro nella fiction tv “Il commissario Montalbano”). Il romanzo racconta in forma letteraria e teatrale la storia di Giuseppe Zangara, il calabrese che tentò di uccidere il Presidente degli Stati Uniti d’America Franklin Delano Roosvelt e per errore invece ferì mortalmente il Sindaco di Chicago Anton Cermak.

L’attentatore, un calabrese nato a Ferruzzano, aveva vissuto un’infanzia piena di stenti in una famiglia dove il padre, segnato dalle ristrettezze economiche, sfogava la sua rabbia malmenando senza un briciolo di pietà il povero Giuseppe. Il ragazzo per sfuggire dal contesto di dolore e di miseria, dopo aver servito la Patria durante la prima guerra mondiale, emigrò negli Stati Uniti.  In America non riuscì ad integrarsi, anzi ebbe modo di constatare la disparità sociale presente anche in quella parte del mondo che per lui, invece, aveva rappresentato il sogno di un mondo migliore. Il 15 febbraio del 1933 eseguì l’attentato nei confronti del Presidente USA, che se fosse riuscito, avrebbe sicuramente cambiato la storia del mondo.

Lo scrittore Arcangelo Badolati, nel suo brillante intervento ha subito chiarito che Giuseppe Zangara non era un anarchico, né era al soldo della mafia, come tanti in maniera superficiale o forse strumentale avevano tentato di etichettarlo; ma era bensì figlio di un’epoca dove la rabbia nei confronti di una società ingiusta segnava la vita di tanti diseredati.

Giuseppe Zangara quindi non è un eroe da emulare, però è bene evidenziare, è figlio del dolore legato alla miseria e alla fame, che l’avevano tormentato sin dalla nascita. L’unico affetto che aveva ricevuto nella sua pur breve vita è stato quello dell’indimenticabile nonna. Una nonna che da straordinaria figura femminile è sempre presente nella storia di ognuno di noi. Giuseppe Zangara, fu arrestato e poi condannato alla pena capitale che fu eseguita dopo aver trascorso 10 giorni nel braccio della morte.

Ha contribuito ad animare la serata lo scrittore Natale Pace che, dopo aver elogiato il lavoro teatrale ispirato dal libro:” Muori cornuto”, ha posto una serie di quesiti sul ruolo della letteratura per raccontare in chiave corretta “le verità” che spesso la storia non riesce a narrare in termini realistici.