Riceviamo e pubblichiamo: 'Adesso basta, diteci la verità'. Le sette domande

"C'è qualcosa di più grande e più profondo di una crisi di carattere tecnico e atletico"

La sconfitta con il Cagliari, l’ennesima, e forse per certi versi la peggiore, apre senza dubbio alcuno una fase di riflessione che la dirigenza della Reggina e i responsabili del settore tecnico amaranto non possono più permettersi di “eludere”. Procrastinare. Rinviare. Il tempo delle parole è finito. Adesso è giunto quello delle responsabilità.

Per questo motivo noi di “serieBchepassione.com”, che abbiamo difeso questa squadra e questa dirigenza oltre ogni ragionevole dubbio, ogni oltre enfatico entusiasmo, oltre ogni possibile tolleranza, oggi diciamo: adesso basta, diteci la verità.

Con il “Granillo” diventato terra di conquista, dove ormai costantemente sventola la bandiera bianca, e non più quella amaranto. Dopo l’ennesima debacle, dopo l’ennesima umiliazione, dopo una partita senza anima, senza cuore, senza alcun rispetto verso quella maglia, verso i 16.000 del “Granillo” di ieri, ma soprattutto verso una intera città, è giunto il momento della verità.

Non bastano più le vacue assunzioni di responsabilità del tecnico, la reiterata proroga del ritiro al Sant’Agata: quello che forse non è chiaro alla società è che questo “cupio dissolvi” è figlio di qualcosa di più grande e più profondo di una crisi di carattere tecnico e atletico.

Questa è una crisi di “sistema”, avremmo detto in altri ambiti. Un “cancro” che in questi mesi ha finito per metastatizzare anche l’ambito tecnico e psicologico della squadra. E che non può più trovare spiegazione in un calo atletico oppure in una serie sfortunata di “eventi” sui terreni di gioco. E Cittadella e Cosenza, giusto per citarne alcuni sono ricordi ancora “sanguinanti” nel cuore dei tifosi.

Patron Saladini, Presidente Cardona, Mister Inzaghi, oggi dovete dirci la verità.

E la vogliamo sentire non sulle colonne di un qualsiasi quotidiano, ma dal vivo: guardandoci negli occhi e magari con ella (Patron Saladini) ancora dietro quello stesso tavolino dove a giugno ebbe a baciare la sciarpa amaranto.

Le sette domande

1) È stata mai affrontata con la squadra la questione dei premi obiettivo e con quale determinazione per quello “promozione”?

2)Perché una squadra che aveva spadroneggiato su tutti i campi della cadetteria e contro ogni avversario, ad esclusione del Frosinone al “Granillo” (e solo dopo il primo gol di Mulattieri) da gennaio in avanti ha perso bussola, rotta e vele? Tutto ciò ha a che fare con il “presago” delle scadenze federali?

3) Il mercato di Gennaio, alla prova dei fatti rivelatosi inutile ed incomprensibile (ieri nessuno dei 4 acquisti del mercato invernale era in campo dal 1′, e nessuno fra questi ha inciso positivamente nel girone di ritorno), era pensato davvero come punto di svolta oppure ci sono stati elementi esterni che hanno reso impossibile operare? Rimbombano oggi le parole (all’epoca sfuggite ai più, ma oggi profetiche) del presidente del Pisa Corrado che si chiedeva, in piena sessione di calciomercato, “se alcuni club non hanno soldi per pagare i contributi, come pagano i calciatori?” /Fonte Sport Italia.com

4) La querelle Reggina-Tribunale/Procura Federale è figlia di un “corto circuito” normativo-procedurale, al quale solo ora sembra che la FIGC voglia porre rimedio. Ma quest’ultimo era stato preso in considerazione quando è stata chiesta la “ristrutturazione del debito”? Oppure ci fu (colpevolmente, dico io) una buona dose di superficiale ottimismo e sottovalutazione?

5) Patron Saladini, è sicuro di non aver fatto il passo più lungo della sua gamba, cercando di salvare una barca che forse andava fatta affondare e poi portata in secca e ricostruita dal basso?

6) Presidente Cardona, lei può in piena coscienza affermare che l’umiliante teatrino, al quale ormai settimanalmente assistiamo, non dipenda da “criticità altre”, magari figlie di passate gestioni e delle quali la Reggina non riesce ancora a pagare il prezzo? Siamo nelle sue mani.

7) Mister Inzaghi: la sua storia, la sua maglia, i suoi trionfi, la sua persona e la sua dignità non meritano questo dileggio sportivo. Perché non si fa sentire come il suo blasone merita? Con i suoi ragazzi e con una dirigenza che sembra ormai imbambolata. Oppure sbatta la porta e vada via. Non merita questo stillicidio continuo.

Adesso attendiamo le vostre risposte. E le attendiamo tutte: una per una. Patron Saladini, Presidente Cardona e Mister Inzaghi, lo dovete alla squadra, lo meritano i colori che rappresentate, le aspettano i tifosi, lo PRETENDE la città di Reggio Calabria.

Perchè “NOI SIAMO REGGIO CALABRIA”, come canta la curva, emozionandoci, non è solo un vuoto fonema da stadio, ma sono parole d’amore e di dignità. Ricordatelo sempre!

Con il cuore a riveder le stelle (San Siro)

Giuseppe “Fossa” Criaco