Operazione Ecosistema, Azzarà: ‘Assolto da ogni accusa, ma la mia azienda è stata distrutta’

"Con la verità finalmente riconosciuta, guardo avanti con determinazione e con alto senso di responsabilità" così Rosario Azzarà

Carcere Reggio Calabria (2)

Di seguito il comunicato stampa di Rosario Azzarà, già amministratore della società Ased S.r.l. di Marina di San Lorenzo arrestato, processato e assolto in tutti i 17 capi d’accusa a seguito dell’Operazione Ecosistema.

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La notte del 7 dicembre 2016 sono stato arrestato e detenuto presso il Carcere di San Pietro a Reggio Calabria fino al 20 dicembre dello stesso anno. Da quel giorno, e per circa quattro anni, ho vissuto agli arresti domiciliari.

In concomitanza con il mio arresto, l’azienda Ased S.r.l., di cui ero amministratore, è stata sottoposta a sequestro preventivo e affidata a due amministratori giudiziari. Purtroppo, la gestione da parte di questi ultimi ha portato in breve tempo alla distruzione dell’azienda, che è stata messa in liquidazione dopo appena un anno.

Il sequestro dell’azienda e il fallimento gestionale

Alcuni collaboratori, legittimamente, hanno richiesto il pagamento delle spettanze arretrate. Tuttavia, con l’azzeramento delle risorse finanziarie, il Tribunale ha inizialmente dichiarato il fallimento della società. Successivamente, il Curatore fallimentare, constatando l’assenza di liquidità e l’impossibilità di vendere beni sottoposti a sequestro, ha restituito la pratica al Giudice fallimentare.

La gestione è così tornata agli amministratori giudiziari, i quali hanno proceduto alla (s)vendita di attrezzature e automezzi senza alcuna perizia tecnica o procedura ad evidenza pubblica. Strano il Curatore fallimentare non può vendere i beni sottoposti a sequestro ma gli Amministratori Giudiziari si…quando il compito assegnato a questi dal Codice Antimafia – D.Lgs. 6 settembre 2011, n. 159 esattamente l’art. 35, comma 5, stabilisce, in generale, che:

“L’amministratore giudiziario riveste la qualifica di pubblico ufficiale e deve adempiere con diligenza ai compiti del proprio ufficio. Egli ha il compito di provvedere alla custodia, alla conservazione e all’amministrazione dei beni sequestrati nel corso dell’intero procedimento, anche al fine di incrementare, se possibile, la redditività dei beni medesimi”.

Il Collegio Giudicante, con senso di giustizia e coraggio, ha assolto me e tutti i coimputati da ogni accusa, ben 17 assurdi e infamanti capi d’imputazione, ordinando la restituzione di tutti i beni sequestrati. Tuttavia, ciò che resta da restituire è, purtroppo, solo “aria fritta”: l’immobile sede centrale dell’Ased, su cui avevo investito 970.000 euro per il restauro, è stato messo all’asta dai proprietari a causa del mancato pagamento da parte degli Amministratori Giudiziari.

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Con questo comunicato non intendo denunciare pubblicamente i gravi errori commessi da chi era stato incaricato dalla Magistratura alla gestione dei beni, ma informare tutti i creditori, le imprese e gli ex dipendenti di Ased S.r.l. che, una volta reintegrato nel mio ruolo di amministratore, mi farò carico del riconoscimento e del pagamento di ogni spettanza, anche se giuridicamente prescritta, compatibilmente con un adeguato risarcimento da parte dello Stato per quanto subito.

Sento il dovere di informare che sono stato costretto a vendere la mia attività personale e i miei immobili per timore di ulteriori sequestri. Oggi vivo di sola pensione: 1200 €/mese. Con la verità finalmente riconosciuta, guardo avanti con determinazione e con alto senso di responsabilità.